“In questi due anni abbiamo presentato più volte emendamenti per chiedere le mascherine Ffp2 nelle scuole, per vederceli sempre respinti, salvo poi sentirci dire che le mascherine Ffp2 servono. Ovviamente nell’attività del Ministero c’è una parte di responsabilità, ma una parte di responsabilità sta anche nel Cts: io ricordo la circolare di maggio che ci diceva che le mascherina Ffp2 portate in classe per troppo tempo alla fine erano dannose, e mi chiedo adesso se il Cts di oggi la pensi come il Cts di allora, dato che oggi ci raccomanda quelle stesse mascherine Ffp2 nelle scuole”. Così Matteo Orfini, ex presidente del Pd, all’incontro al Senato Per una scuola inclusiva, presentazione dei disegni di legge sul dimensionamento delle classi e sul reclutamento, organizzato dal Partito Democratico.
“La pandemia ha solo acuito i problemi della scuola – continua Orfini – ma i problemi erano tutti già là, c’erano nella loro storicità e nella loro drammaticità, fino a produrre quella matassa che oggi cerchiamo di districare con tanta difficoltà”.
Insomma, fa autocritica, il deputato Orfini, ma distribuendo le responsabilità degli errori: “Noi abbiamo il dovere di dire che quello che è stato fatto fin qui sulla scuola non è sufficiente, perché veniamo da due anni in cui, con il Governo Conte bis e la Ministra Azzolina, gli errori sono stati tanti, ma non possiamo dire di avere visto un cambio radicale di marcia con il Governo Draghi”.
E conclude il suo morbido j’accuse: “Io sono un grande sostenitore del Governo Draghi, ma mentre dico questo ho il dovere di dire che sulla scuola si poteva fare meglio, specie sul terreno della gestione della emergenza”.
La scuola al centro
Dalla pandemia trarremmo anche una conseguenza positiva, secondo il componente della commissione Cultura e Istruzione alla Camera: “Politicamente la centralità della scuola oggi è chiara a tutti. La funzione della scuola nella nostra società oggi è più chiara. A dispetto della retorica dell’apertura a tutti i costi, le persone iniziano a rendersi conto dei danni che la chiusura parziale o totale delle nostre scuole ha prodotto, danni anche alla salute psicologica dei ragazzi”.
“Avevamo l’occasione in questi due anni per ripensare l’emergenza e fare qualcosa di più ambizioso nelle scuole. E invece – si rammarica – nella migliore delle ipotesi la scuola uscirà dalla pandemia come era prima, con la stessa impostazione di prima, mentre noi avevamo (e speriamo di avere ancora il tempo di farlo) l’ambizione di fare qualcosa di diverso”. Il riferimento è al disegno di legge sui due principali poli del problema scolastico: il dimensionamento scolastico e il reclutamento, di cui abbiamo anche riferito in relazione all’intervento di Rino Di Meglio.
“Ci sono state delle carenze nella gestione delle emergenza. Dobbiamo avere più efficienza e coraggio – conclude – e mettere a terra le risorse che mancano”.