Autunno, cadono le foglie e parte l’ennesimo progetto di riforma delle scuola. Di elementi di pregio nella proposta del Governo Renzi ce ne sono, ma fra numerose cose buone, come il tempo pieno per tutti quelli che lo desiderano, le cattedre coperte fin dal primo giorno di scuola, il potenziamento di musica, storia dell’arte ed educazione fisica, il documento La Buona Scuola ripropone in tutto e per tutto la tanto deprecata proposta di legge Aprea sulla riforma degli Organi collegiali.
Dal rapporto balza agli occhi la quasi totale assenza dei genitori e degli Organi collegiali, di questi ultimi in particolare si dice dovranno essere “rivisitati, aperti, agili ed efficaci”.
Nel Rapporto le famiglie sono citate 16 volte e 9 volte sono citati i genitori, prevalentemente come soggetti passivi che: hanno esigenze e bisogni (5); sono ascoltati, coinvolti nel dibattito (3); sono aiutati a crescere i loro figli, sono oggetto di progetti educativi, si fanno spiegare cosa imparano i loro figli a scuola (3); iscrivono i figli, prendono decisioni d’indirizzo (3); hanno un rapporto di fiducia verso i docenti e il dirigente, hanno entusiasmo (3); hanno strumenti di informazione e trasparenza, hanno accesso ai dati (2); aiutano i docenti a trasformare la scuola, lavorano in stretta collaborazione con i docenti (2); forniscono risorse alla scuola (1); hanno un maggiore coinvolgimento (1); hanno luoghi fisici per sviluppare progettualità (1); sono coinvolti nel bilancio partecipato per una quota inizialmente pari al 5% (1).
Insomma nulla a che vedere con la piena titolarità a contribuire democraticamente al governo della scuola, così come previsto dai Decreti delegati del 1974 e dal Testo unico della scuola del 1994. E’ vero che noi genitori in questi anni non abbiamo fatto molto per essere partecipi in modo competente, comunque l’impressione è che si voglia ridurre al minimo la presenza dei genitori, intanto che si comprimono gli spazi di democrazia all’interno delle scuole, con un salto indietro di almeno 50 anni.
Questo né l’A.Ge. Toscana né tanto meno i genitori che dedicano gratuitamente il loro tempo alla scuola lo possono accettare. Ecco perché è stato avviato un percorso di informazione e sensibilizzazione, con incontri di formazione e una guida alla conoscenza del rapporto, con indicazioni pratiche sulla compilazione del questionario (https://labuonascuola.gov.it/).
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