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Organi collegiali territoriali: interviene il Cnpi

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In vista della ripresa del dibattito parlamentare sulla riforma degli organi collegiali il Cnpi – nel corso della seduta dell’11 settembre – ha deciso di rompere gli indugi e di approvare un parere di propria iniziativa, cioè senza che il Ministro ne abbia fatto esplicita richiesta.
Il documento si limita per ora ad esaminare in modo dettagliato la questione degli organi collegiali territoriali mentre passa in secondo piano il riordino degli organi delle singole Istituzioni scolastiche.
Sfondando – come si dice – una porta aperta il Cnpi ribadisce innanzitutto che "la riforma, tra gli altri obiettivi, deve porsi quello di superare il concetto di partecipazione indistinta che, nell’esperienza concreta, si è andata sempre più caratterizzando come priva di ruolo, poteri e prerogative reali".
Ma nel concreto quali saranno i nuovi organi collegiali territoriali (ora sono il  Consiglio scolastico provinciale e il Consiglio di distretto)?
Il Cnpi pare non avere dubbi: si devono prevedere i tre livelli nazionale, regionale e provinciale, "non escludendo – si legge testualmente nel documento votato dal Cnpi – ulteriori possibili articolazioni, espressione di esigenze territoriali, da normare con autonomi regolamenti".
Sembra insomma di capire che i distretti scolastici, considerati ormai defunti da tutti, potrebbero sopravvivere; tenuto poi conto del fatto che un livello regionale sarebbe del tutto coerente con la nuova legge costituzionale, il risultato paradossale della proposta del Cnpi sarebbe quello di aumentare gli organi collegiali periferici anziché snellirli e razionalizzarne funzioni e competenze.
Ma su questo punto specifico il Cnpi dovrà fare i conti con la stessa legge finanziaria dello Stato; i distretti scolastici, infatti, rappresentano attualmente anche un costo dal momento che presso ciascuno di essi viene normalmente distaccato un impiegato amministrativo; c’è chi dà per certo che la prossima legge finanziaria conterrà un comma di poche parole ma che in sostanza dovrebbe suonare così: "A partire dal 1° gennaio 2003 i distretti scolastici cessano di funzionare".

Reginaldo Palermo

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