Quella degli organici dell’anno scolastico 2021/2022 sarebbe dovuta essere la grande occasione per eliminare le classi affollate, per fissare dei limiti massimi, non superiori a 24 alunni per classe, ed evitare gli odiosi accorpamenti che ogni anno generano le cosiddette “classi pollaio”.
Al termine del complesso e lungo confronto sugli organici dell’anno scolastico 2021/2022, avvenuto tra Sindacati e Ministero dell’Istruzione, iniziato poco dopo l’insediamento del Ministro Patrizio Bianchi e conclusosi soltanto ieri, possiamo affermare che la “montagna ha partorito il topolino”.
Sugli organici docenti ed ATA 2021-22, vista la nota MI del 29 aprile 2021, si respira nell’aria una certa delusione a causa della mancata apertura dell’Amministrazione per definire un organico dell’autonomia più ampio per garantire una maggiore sicurezza e una migliore didattica.
Dalle bozze di tabelle sugli organici 2021/2022 dei docenti e personale Ata, presentate ai sindacati da parte dei tecnici del Ministero, si evidenzia soltanto un semplice aggiornamento dell’organico 2020/2021, che si limita a considerare i correttivi necessari previsti dalle normative vigenti.
Dai dati comunicati dal Ministero dell’Istruzione, per l’anno scolastico 2021/2022 c’è la previsione di una perdita di circa 100.000 alunni, infatti sarebbero previsti 7.405.995 alunni, a fronte dei 7.504.319 dell’anno in corso, mentre per il 2021/2022 gli organici sono stati confermati nella dotazione di diritto dell’anno in corso.
Nella nota del MI, per quanto riguarda la parte dei docenti, sono stati introdotti elementi di flessibilità per ridurre il numero delle soprannumerarietà anche dove sono previste contrazioni.
Nella nota sugli organici non esiste cenno alla conferma, anche per l’anno scolastico 2021/2022, del cosiddetto organico covid docente e Ata.
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