In questi ultimi mesi alle proteste di sindacati, associazioni e comitati contro questo o quel provvedimento ministeriale abbiamo ormai fatto l’abitudine e quindi le stesse proteste rischiano di non essere neppure più notizie giornalistiche. Ne sanno qualcosa i precari che, per far sentire la propria voce, sono ormai costretti a fare lo sciopero della fame o a minacciare il blocco dello stretto di Messina.
Ma la notizia che arriva da Firenze è quanto meno strana.
Questa volta a protestare, e anche vivacemente, è Claudio Bacaloni, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale che, con una nota di tre pagine indirizzata al Ministro dell’Istruzione, ai dirigenti scolastici della provincia, alla prefettura, all’amministrazione provinciale e al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, spiega senza troppi giri di parole che a settembre le scuole fiorentine si troveranno in grave difficoltà.
I problemi segnalati da Bacaloni, però, non riguardano solo gli organici delle scuole: c’è anche una questione, irrisolta da tempo e divenuta ormai insostenibile, relativa alla carenza di personale dell’ufficio provinciale.
Personale – scrive il dirigente nella sua lettera – sempre più scarso e persino “ampiamente demotivato” tanto da far parlare di “presumibile impossibilità ad assolvere compiutamente le incombenze istituzionali”.
Con personale carente e demotivato sarà impossibile, sostiene Bacaloni, garantire che entro la fine di agosto vengano espletate tutte le procedure indispensabili per dare avvio al nuovo anno scolastico.
Ma, sottolinea Bacaloni, a queste ormai difficoltà quest’anno se ne aggiunge un’altra: “Il tentativo (consueto e faticoso) dell’Ufficio di anticiparsi, predisponendo per tempo il quadro delle disponibilità di posti (presunti) per il personale da sistemare, quest’anno è stato frustrato, proprio il 5 agosto, dalla disarmante comunicazione per cui alla nostra provincia (ma non solo ad essa, peraltro) viene assegnato un numero di posti più basso di quello attribuito con l’organico di diritto”.
“Eppure – denuncia il dirigente – è noto nell’”ambiente” che, nel cosiddetto organico di fatto (ed inevitabilmente nelle scuole superiori), le ore di insegnamento non possono che aumentare, per effetto delle classi bilingui, del necessario sdoppiamento di laboratori (non considerati e non considerabili nell’organico di diritto), oltreché per l’imprevedibilità in assoluto del numero dei ripetenti”.
Come far fronte alla situazione ?
La soluzione, spiega Bacaloni, è del tutto obbligata: “Si è costretti a prendere iniziative di ulteriore contenimento, traducendole in soppressione di posti già presenti in organico di diritto, con perdita della sede da parte del titolare e frustrazione delle aspettative dell’utenza”.
All’iniziativa del dirigente dell’USP di Firenze si affianca la decisione di Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Gilda-Unams di convocare, proprio per il primo giorno di scuola 15 settembre, una assemblea sindacale provinciale.
“Vogliamo dare all’opinione pubblica – affermano i tre sindacati – un segnale chiarissimo del forte ridimensionamento della scuola statale a causa della politica governativa, tesa da un lato alla sua destrutturazione e dall’altro a favorire la privatizzazione del servizio”.
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