C’era da aspettarselo: la riduzione di cattedre nell’organico di fatto, sta allarmando famiglie ed enti locali per il timore di vedersi formare classi ammassate di alunni.
In un altro articolo, avevamo denunciato anche le stranezze con cui si era venuto a formare proprio l’organico di fatto, con i sindacati, avevamo scritto, “che lamentano sia un taglio complessivo di circa 1.200 docenti sia la non equa distribuzione dei posti fra le diverse regioni”.
Avevamo, infine, fatto presente l’apparente incoerenza adottata nella formazione dell’organico “aggiustato”, dopo le ultime indicazioni dei presidi sulla base delle iscrizioni definitive: ebbene, abbiamo sempre scritto, “in Campania si perdono 133 cattedre, ma gli alunni sono diminuiti di 11.500 unità; in Emilia-Romagna il calo dei posti è persino maggiore (260 unità) ma a fronte di un aumento di 3mila alunni. E le stranezze continuano: in Veneto 3mila alunni in meno e 73 cattedre in più”.
Ci saremmo quindi aspettati che a lamentarsi fossero stati soprattutto i governatori o i politici delle regioni danneggiate, perché ritrovatesi con più alunni e meno insegnanti. Invece, fa un certo effetto sentire le proteste del senatore UDC Antonio De Poli, che interviene sulle cifre degli organici per gli insegnanti nelle scuole, autorizzati dal Muir, non riferendosi però all’organico di fatto.
“Diciamo un netto e chiaro no alle classi-pollaio. La riforma sulla scuola che abbiamo approvato in Parlamento prevede seri e ristrettivi parametri per salvaguardare la salubrità e l’incolumità di alunni e docenti”.
“A fronte di 48.530 posti da coprire – dice De Poli – il ministero ne ha autorizzati 473 in meno. Si tratta di una cifra importante che sta allarmando le famiglie che sono già, giustamente sul piede di guerra”.
Quindi, il Miur potrebbe avere già “risposto” a questo calo inatteso di cattedre, per l’organico di diritto, proprio aumentando quelle dell’organico di fatto. Dando così un senso anche all’apparente decisione incongrua fatta a Viale Trastevere sugli organici di fatto.
“Noi stiamo dalla parte delle famiglie – sostiene il forzista – ricordando il caso di Casalserugo e Bovolenta, dove nell’Istituto comprensivo statale – secondo quanto ci viene segnalato dalle autorità amministrative – ci sono almeno due classi in sovrannumero, di una con disabili gravi. Tali classi non potranno essere sdoppiate a causa della mancanza di personale docente e, secondo quanto si apprende, non si potrà neppure garantire la cubatura a studente prevista per legge”. “Al ministro Giannini – ha concluso De Poli – ho chiesto di esaminare la situazione delicata”.
Ricordiamo, comunque, che la normativa vigente sulla formazione delle classi permette anche l’attivazione di classi iniziali con quasi 30 alunni. Che diventano al massimo 25 in presenza di alunni disabili lievi e 20 allievi, non uno di più, in presenza anche di un solo alunno con disabilità severa.
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