Dopo l’incontro del 3 maggio con Cgil, Cisl, Uil e Snals-Confsal, il Ministero dell’Istruzione ha comunicato che verranno "recuperate" 625 cattedre per venire incontro al fabbisogno evidenziato dalle Direzioni scolastiche regionali dopo la diffusione della bozza del decreto interministeriale sulle dotazioni organiche, trasmesso con C.M.n. 37 del 24 marzo 2004.
In particolare, sono previsti aumenti di cattedre in 13 regioni: 100 posti in più in Emilia Romagna e Lombardia, 70 in Piemonte, 50 in Campania, Lazio e Veneto, 40 in Sicilia e Toscana, 35 in Friuli Venezia Giulia, 30 in Puglia, 20 in Calabria, in Liguria e nelle Marche.
I sindacati e gli stessi Direttori scolastici regionali non si ritengono soddisfatti, considerando che l’aumento di cattedre, che dovrà essere comunque ufficializzato attraverso un ulteriore decreto interministeriale dei Dicasteri dell’Istruzione e dell’Economia, inciderà per meno dello 0,1% sull’organico complessivo dei docenti precedentemente stabilito. Ci si attendeva aumenti più consistenti anche in considerazione dei dati su iscrizioni e richieste di tempo pieno e prolungato risultate maggiori di quelle preventivate al momento della stesura del decreto interministeriale che ha fissato una previsione di organico per l’anno scolastico 2004/2005. Il Ministero dell’Istruzione, però, ha diffuso dati discordanti rispetto a quelli delle Direzioni scolastiche regionali.
Riguardo alle cattedre addizionali assegnate alle regioni citate, sarà poi compito di queste ultime suddividerle fra i vari ordini e gradi di scuola in base alle proprie specifiche esigenze. Insomma, una procedura che lascia perplessi e i sindacati chiedono correttivi. Per la Cisl-Scuola occorrono nuovi metodi di definizione degli organici per dare certezza e stabilità alle scuole. La Uil-Scuola rilancia l’esigenza di un’anagrafe nazionale degli studenti. E mentre lo Snals-Confsal considera un segnale positivo il provvedimento, anche se chiede un chiarimento per quanto riguarda gli insegnanti delle lingue straniere e quelli dell’area tecnologica, per la Cgil-Scuola si tratta di un provvedimento assolutamente insufficiente rispetto alle richieste delle scuole e delle famiglie.
In effetti, parlando adesso di "aumenti di cattedre", il rischio è di dimenticare che si tratta di una riduzione (peraltro percentualmente contenuta) dei preventivati tagli agli organici, circa seimila posti in meno nel prossimo anno scolastico, per il quale le previsioni evidenziano diminuzioni di cattedre in tutti gli ordini di scuola (tranne per quella dell’infanzia) ed anche nel sostegno.
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