Il 27 e 29 marzo si sono tenuti due incontri al Ministero dell’Istruzione per la presentazione della circolare sugli organici dei docenti per l’anno scolastico 2018/2019.
La materia degli organici è riserva di legge e sul piano sindacale da sempre è solo oggetto di informativa.
In questo quadro le dotazioni organiche complessive sono anch’esse riserva di legge mentre la ripartizione di esse (nelle sue diverse specificità, posti comuni, posti di potenziamento e posti di sostegno) viene effettuata con tabelle allegate al Decreto Interministeriale il quale, prima di essere emanato, deve avere il nulla osta (il “concerto” in gergo) anche del MEF, visto che il D.I. è a firma multipla.
Poi, con la consueta circolare annuale, il MIUR fornisce agli uffici territoriali le indicazioni operative per l’utilizzo di queste dotazioni assegnate alle diverse regioni.
Rispetto ai numeri, oggi, la dotazione complessiva di posti per i docenti nell’organico di diritto è pari a 601.126 posti comuni +48.812 per il potenziamento, +96.480 per il sostegno (compresi i posti aggiuntivi della legge 107/15). A tale quota, che rimane fissa, si è aggiunto nello scorso anno un contingente di posti comuni (comprensivi anche dei licei musicali) derivanti dall’attuazione della legge di stabilità 2017, ovvero posti già consolidati nell’organico di fatto 2016/2017 (30.262 totali) trasferiti in organico di diritto in quanto autorizzati dal MEF: 11.500 posti. Per differenza, quindi, risulta stabilita anche la quota che già sin dalla definizione dell’organico di diritto viene autorizzata per l’adeguamento nell’organico di fatto. Per lo scorso anno 2017/2018 la quota aggiuntiva autorizzata per il fatto era pari a: 30.262 – 11.500 = 18.762.
Infine, sul sostegno, lo scorso anno, sono stati consolidati ulteriori 3.600 posti in organico di diritto.
L’ammontare complessivo di posti a disposizione, dunque, è quello sopra delineato e oltre quei numeri, a meno di improbabili interventi di legge che li incrementino, per la FLC CGIL la discussione con il MIUR non può andare.
Va ricordato che già lo scorso anno la ripartizione alle regioni delle prime due quote di organico risulta confermata in quanto è diventata triennale dall’anno 2016-2017 (legge 107/15) e segue l’introduzione dell’organico unico dell’autonomia. Solo la nuova quota aggiuntiva e quella relativa all’organico di fatto autorizzata sono state attribuite in aggiunta lo scorso anno e calcolate, prioritariamente, sulla base della previsione sull’andamento degli alunni, e quindi delle classi (cioè in proporzione all’aumento o diminuzione del rapporto medio alunni/classi), ma anche in base ad altri elementi orografici e tenendo conto delle serie storica degli ultimi anni.
Quindi, lo scorso anno, alcune novità nella ripartizione hanno riguardato “solo” i posti aggiuntivi previsti nella legge di bilancio 2017.
Quest’anno, visto che non ci sono ulteriori novità nella legge di bilancio 2018, è evidente che vale il vincolo della stabilità triennale della dotazione organica (legge 107/15), salvo la trasformazione nel diritto di una quota di organico di fatto. Per questo lo stanziamento di 150 milioni di euro contenuto nella suddetta legge di bilancio.
Le immissioni in ruolo per il 2018/2019 saranno di 48.812 posti (comprensivo sia dell’organico per le zone terremotate, sia dell’organico sul liceo coreutico che l’anno scorso era soltanto in organico di fatto) come previsto dalla legge 107/15, tabella 1.
I posti da consolidare in organico di diritto sono 3.530 (all’interno dei 18.762 posti in organico di fatto autorizzati lo scorso anno, dunque non si tratta di posti aggiuntivi)
È ovvio, pertanto, che ciò tutela di più le regioni che vedono una riduzione del numero degli alunni e classi per il prossimo anno (perché manterranno la stessa dotazione complessiva di posti), mentre penalizza quelle regioni che registrano un incremento di alunni e classi.
Quindi, sarà solo all’interno della stessa provincia e da scuola a scuola, che saranno possibili spostamenti collegati all’andamento sul numero degli alunni e delle classi.
Il giudizio della FLC CGIL sull’utilizzo dei fondi stanziati dalla legge di bilancio 2018 resta negativo, perché si ritiene che il MEF li ha tradotti in soli 3.530 posti consolidati in un organico di fatto, dunque si tratta di posti già attivati nello scorso anno scolastico.
“Il MEF traduce l’impegno di spesa di circa 150 milioni definiti nella legge di bilancio 2018 (e oggetto dell’accordo del 22 dicembre 2017) in soltanto 3.530 posti aggiuntivi sull’organico di diritto, calcolando un costo di circa 42.500 euro per ogni posto già coperto da supplenti fino al 30 giugno. In realtà per 3.530 posti basterebbero solo 30 milioni (basti considerare che con 52 milioni di finanziamento della legge 107/15 furono immessi in ruolo su posti già coperti da supplenti al 30 giugno ben 7.797 docenti)”. Così Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL. Leggi l’intervista Tecnica della Scuola.
Gli unici posti aggiuntivi sono quelli definiti per l’avvio della riforma degli istituti professionali. La soluzione prospettata dal MIUR non favorisce il rientro dei docenti nelle province di residenza e non risponde alle reali esigenze delle scuole.
Inoltre la FLC CGIL non ritiene accettabile la scelta di non stabilizzare i posti di sostegno: poiché ogni anno da tempo vengono attivati migliaia di posti in deroga, se ne deve dedurre che si tratta di posti necessari che andrebbero pertanto stabilizzati.
A parere del sindacato i 150 milioni stanziati dalla legge di bilancio 2018 consentono la stabilizzazione di almeno 10.000 posti, in parte come ampliamento dei 3.530 posti comuni (obiettivo a), ma soprattutto investiti in ulteriori posti di potenziamento della scuola dell’infanzia (non ricavati a discapito di altri ordini di scuola, obiettivo b) e soprattutto investiti nella stabilizzazione dei posti di sostegno in deroga (obiettivo c). Per la FLC CGIL non è accettabile l’esclusione tout court della stabilizzazione dei posti di sostegno: questo ampliamento di disponibilità consentirebbe a un numero più elevato di docenti di rientrare nei luoghi di origine assicurando una maggiore continuità.
Il MIUR si è impegnato a fornire a breve la relazione tecnica che ha dato il via ai 3.530 posti, nella quale si spiegano le motivazioni finanziarie di questo che per il sindacato resta un taglio rispetto agli impegni presi.
Il MIUR ha, comunque, riconosciuto l’esigenza di affrontare il problema degli organici in modo più approfondito per dare l’avvio ad un ragionamento politico di prospettiva che possa coinvolgere anche gli enti locali come soggetti interessati all’attuazione dell’offerta formativa territoriali.
“Per quanto ci riguarda – dichiara la FLC CGIL – continueremo a batterci perché venga rivista l’attuale politica sugli organici in funzione di una scuola nuova, la scuola che verrà”:
Per realizzare l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni e la generalizzazione dei laboratori nella scuola secondaria
Per la generalizzazione della scuola dell’infanzia
Per il ripristino del tempo pieno e dei moduli nella scuola primaria
Per ripristinare del tempo prolungato nella scuola secondaria di primo grado
Per potenziare l’istruzione per gli adulti
Per il funzionamento amministrativo delle scuole
PUBBLIREDAZIONALE
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