La guerra delle cifre questa volta riguarda non solo i dati dello sciopero (70% di adesioni secondo Cgilscuola, 33% secondo il Miur, 52% secondo la Gilda) ma anche i numeri che il Ministero sta usando per definire gli organici del prossimo anno scolastico.
I confederali parlano di 6mila posti in meno provocati dall’applicazione della Riforma Moratti, dal Ministero replicano affermando che la diminuzione è legata quasi esclusivamente al calo demografico e per dimostrarlo snocciolano i numeri contenuti nelle tabelle allegate alla bozza di decreto.
Il rapporto medio docenti/alunni resta invariato, anzi nelle superiori diminuisce addirittura, passando da 11,25 alunni per docente a 11,12: in altre parole l’organico nazionale diminuisce dell’1,30% mentre la popolazione scolastica cala del 2,50%.
Nella secondaria di primo grado la popolazione diminuisce dell’0,08% mentre gli organici calano dell’0,37% con un leggero aumento di alunni per docente (da 10,80 a 10,83).
Ma insomma si tratta di neppure 600 posti in meno su tutto il territorio nazionale, minimizzano da Viale Trastevere e aggiungono che qualche ritocco per trovare i posti per estendere il servizio di scuola dell’infanzia bisognerà pur farlo.
Naturalmente la situazione non è omogenea sul territorio nazionale, è probabile che in qualche regione ci possano essere situazioni di sofferenza, ma secondo il Miur le proteste sindacali sono eccessive e fuori luogo e ricordano che lo Snals, alla fin fine, si è mostrato soddisfatto.
Nelle superiori, dove più forte sembra essere la protesta contro il taglio delle cattedre, i numeri sembrano dar ragione al Ministero: in Campania, per esempio, si perdono sì 364 cattedre (l’1,30%) ma gli studenti diminuiscono dell’1,70%.
In Lombardia addirittura a fronte di un calo di popolazione del 2,79% l’organico diminuisce solo dello 0,65%; in Piemonte a fronte di 180 cattedre in meno (1,28%) si ha un calo di studenti di circa 3 punti percentuali.
Ma i sindacati non sembrano convinti e fanno capire che i numeri del Miur potrebbe non essere reali, dal momento che non si tiene conto delle bocciature e dei movimenti sulle iscrizioni che sicuramente ci saranno ancora di qui a settembre.
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