Con un emendamento al decreto legge 75 approvato nella giornata del 27 luglio dalle Commissioni Lavoro e Affari Costituzionali si prevede che “le istituzioni scolastiche impegnate nell’attuazione degli interventi PNRR possono attingere alle graduatorie d’istituto per lo svolgimento di attività di supporto tecnico, finalizzate alla realizzazione dei progetti finanziati dal PNRR di cui hanno la diretta responsabilità in qualità di soggetti attuatori”.
Nel concreto questo significa che le scuole potranno “attivare incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato fino alla data del 31 dicembre 2023”.
La notizia arriva anche dal Ministero che sottolinea: “I fondi sono stati reperiti nella disponibilità del ministero dell’istruzione, in considerazione del mancato avvio dei percorsi universitari di abilitazione”.
Molto critico il PD che, per bocca della responsabile scuola Irene Manzi dichara: “La destra fa un altro colpo di mano. In sede di esame del DL PA bis, il governo toglie tutte le risorse stanziate per i tutor dei percorsi abilitanti nel 2023 per attivare incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato fino alla data del 31 dicembre”.
Entusiasmo da parte della sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti: “L’abilitazione per i docenti precari con tre anni di servizio e il tanto atteso Organico aggiuntivo ATA adesso sono una realtà, anche grazie allo straordinario impegno del ministro Valditara che ha recuperato e subito messo a disposizione degli uffici scolastici regionali risorse per un valore di 50 milioni di euro. Il lavoro sinergico svolto dal Dipartimento Scuola e Istruzione del partito, in collaborazione con i deputati di Fratelli d’Italia, ha prodotto i suoi frutti e la scuola è tornata al centro dell’agenda dell’esecutivo. Oggi è una giornata importante per migliaia e migliaia di lavoratori del comparto scuola che da anni ormai erano in attesa di risposte da parte di chi governa”.
Critica Uil Scuola, preoccupata per il fatto che la misura si ferma al 31 dicembre del 2023: “Questo è sicuramente un passo positivo ma non risolutivo per il personale che gestisce tutta la parte amministrativa, tecnica e contabile delle scuole. Un lavoro che non si ferma al 31 dicembre (data fissata nell’emendamento). Ribadiamo ancora la richiesta all’Esecutivo di trovare le risorse necessarie affinché le scuole possano prorogare i contratti fino alla fine dell’anno scolastico. Misura assolutamente necessaria”.
Tenuto conto delle modalità di copertura della spesa, c’è però da chiedersi come si potranno avviare i percorsi abilitanti previsti dal DPCM in fase di emanazione.
A quanto pare, dalla maggioranza fanno sapere che i 50 milioni “sottratti” ai tutor dei corsi abilitanti verranno ripristinati a fine anno quando verrà approvata la legge di bilancio per il 2024.
Irene Manzi, da parte sua, annuncia che al momento del voto del provvedimento presenterà un ordine del giorno che impegni il Governo a rifinanziare i corsi abilitanti.
Quello che appare però certo è che, con questa “mossa”, il Ministero dell’Istruzione ammette di non essere in grado di garantire l’avvio dei percorsi abilitanti entro il dicembre prossimo.
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