Fino all’ultimo i sindacati, buona parte della politica e soprattutto i diretti interessati ci hanno sperato: sono gli oltre 40 mila docenti e Ata cosiddetti Covid, che hanno chiesto a gran voce la riconferma dopo avere svolto, molti per due anni, una supplenza su posto aggiuntivo, creato per mettere nelle condizioni le scuole di avere maggiore “forza” organizzativa di fronte alla pandemia.
Invece, il Governo Draghi ha deciso che dal 1° settembre 2022 assieme al ritorno per tutti in presenza si sarebbero potuti ristabilire gli organici pre-Covid.
Nelle scuole, però, i casi di contagi hanno continuato ad esserci. Ed anche copiosi. Inoltre, nel frattempo sono subentrate e subentreranno non poche incombenze per la gestione dei progetti legati al Pnrr.
Così, in tanti sono tornati alla carica con l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
Ad iniziare dai sindacati, che fino all’ultimo hanno sperato in un inserimento nella Legge di Bilancio di un finanziamento, pari a qualche centinai di migliaia di euro, per confermare l’organico aggiuntivo attraverso una supplenza fino al 30 giugno 2023.
L’Anief ha cavalcato la richiesta sia nella Legge di Bilancio, sia nel decreto Aiuti Quater. Secondo il suo presidente servono “provvedimenti più diffusi per fronteggiare le emergenze a partire dalla riattivazione dell’organico aggiuntivo: l’ex organico Covid è oramai necessario per garantire il corretto funzionamento delle scuole al tempo del Pnrr in tema di progettazione, organizzazione ed esecuzione. Le scuole hanno bisogno di liberare risorse umane”, ha detto il sindacalista.
La richiesta è arrivata anche dalla maggioranza. Marco Intravaia, deputato di FdI all’Assemblea regionale siciliana, ha detto che “i lavoratori precari reclutati contro l’emergenza pandemica sono preziosi tutti, anche il personale Ata chiamato ad affiancare gli organici nelle scuole in un periodo molto difficile quale quello del Covid. Queste professionalità, che hanno affrontato una sfida inedita, sono anche oggi molto preziose all’interno delle scuole, dove sappiamo esserci molte, annose carenze e dove i casi Covid, con l’attivazione dei protocolli previsti, continuano a essere numerosi”.
“Per questi lavoratori, che hanno rischiato sul campo, la proroga dei contratti in scadenza è un dovere da parte delle istituzioni. Mi appello, dunque, al Parlamento nazionale affinché riesca a recepire le risorse finanziarie necessarie alla proroga”. Per Intravaia sarebbe “un atto di riconoscenza nei loro confronti, ma anche una necessità che continuano a vivere le scuole”.
Gli emendamenti, a quanto risulta dal testo definitivo della Manovra, non sono stati approvati. Salvo improbabili colpi di scena finali, nel 2023 le scuole non potranno contare su un organico aggiuntivo.
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