Le modalità con cui verranno ripartiti gli organici aggiuntivi fra i diversi territori non riscuotono il consenso di tutte le regioni.
Ne è convinto Gabriele Toccafondi di Italia Viva che osserva: ”Grazie al Decreto Rilancio sono state stanziate risorse in più, e altre arriveranno con lo scostamento di bilancio. Ogni regione avrà un budget e gli uffici scolastici decideranno come ripartirlo tra personale Ata, docenti e altre figure da contrattualizzare in modo da garantire la regolare partenza dell’anno scolastico”.
“Il punto delicato di questi giorni – aggiunge – è come decidere il riparto delle risorse tra le regioni. L’idea di utilizzare come criterio per un 50% la base delle richieste che arrivano dagli Usr e per l’altro 50% la popolazione studentesca delle regioni, penalizza chi è stato corretto nelle richieste”.
“La proporzione – chiarisce Toccafondi – non può essere 50% e 50% perché i criteri con cui sono state fatte le richieste sono soggettive e a parità di scuole e popolazione studentesca ci sono regioni che hanno chiesto quasi il doppio di altre”.
A leggere i comunicati sindacali di questi giorni la proporzione 50 e 50 non dispiace alle parti sociali, anche se per la verità la maggior parte delle regioni preferirebbe una suddivisione che garantisca soprattutto il rispetto del numero degli alunni. La Regione Veneto, addirittura avrebbe chiesto alla Ministra che non si tenga affatto conto delle richieste degli Uffici scolastici regionali.
Per parte sua, Toccafondi conclude: ”È necessario e doveroso che i due criteri non pesino allo stesso modo ma si basino di più sul criterio oggettivo, ovvero sul numero degli alunni. Se si pensa che il criterio del numero di studenti sia troppo rigido, si affianchi allo stesso quello della numerosità delle classi, altrettanto oggettivo, piuttosto che il numero di richieste”.