Il M5s alza la voce per mancata conferma dell’organico Covid. Lo ha fatto in fase di conversione della Legge di Bilancio, con un emendamento ad hoc; poi ha sostenuto la stessa causa cercando di farla approvare con il decreto Aiuti e poi anche qualche giorno fa con il Milleproroghe. In tutti i casi, il Governo Meloni prima e la maggioranza parlamentare dopo hanno bocciato la richiesta.
I “grillini”, però, non hanno alzato bandiera bianca. Con l’anno scolastico che ha ormai superato al giro di boa, il 10 febbraio sono tornati all’attacco scendendo in piazza con l’Usb Scuola e i sindacati studenteschi.
“Ci sono oltre 50.000 lavoratori, tra docenti e personale Ata, appartenenti al cosiddetto organico aggiuntivo (ex covid) lasciati a casa dopo le innumerevoli promesse fatte dalla maggioranza in campagna elettorale”, ha detto Antonio Caso deputato M5s in commissione Istruzione.
“Tutti i tentativi che abbiamo fatto per sanare questa situazione hanno visto solo porte in faccia da parte di governo e maggioranza. Il ministro Valditara ha perso l’occasione di scendere per guardare negli occhi questi uomini e donne scaricati dalle scelte miopi di questo governo”.
“Il mancato rinnovo di questo personale si va ad aggiungere ad una serie di misure disastrose per il mondo della scuola, con tagli, riduzione di organici, diminuzione di istituti sul territorio e la prospettiva di una regionalizzazione spinta che spaccherà il disegno unitario della scuola della Repubblica. Proveremo in ogni sede a dare una risposta a questi lavoratori”, ha concluso l’onorevole Caso.
A ben vedere, però, la mancata conferma dell’organico Covid non è frutto delle scelte del Governo Meloni: il provvedimento di conferma di 50 mila docenti e Ata del 2022/23 (oltre 70 mila nell’anno scolastico precedente), infatti è stato bocciato la scorsa estate, quando l’esecutivo era guidato dal premier Mario Draghi. E chi era il primo partito di Governo? Il Movimento 5 stelle.
E i pentastellati in quella fase non hanno parlato di scelta miope. Nè hanno fatto le “barricate” perchè l’organico aggiuntivo fosse confermato. E nemmeno sono scesi in piazza quando l’Anief e i movimenti organizzati hanno manifestato per questo motivo a fine agosto.
Certo, l’attuale maggioranza avrebbe potuto sanare la situazione, mettendo una “pezza” a quel buco creato anche dal M5s. Non è andata così. Ma sarebbe bene che ognuno si assuma le sue responsabilità.
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