Il 31 marzo scadrà lo stato d’emergenza legato alla pandemia. Come ha affermato il premier Draghi e diversi ministri, lo stato non sarà ulteriormente prorogato come avvenuto in passato. Obiettivo un graduale ma significativo ritorno alla normalità. Riguardo la scuola questo aspetto si tramuta in ansia per circa 30mila tra docenti e Ata, definiti “organico Covid”. La loro assunzione era infatti “a tempo”, dapprima fino al 31 dicembre, poi prorogata al 31 marzo (con la legge di Bilancio e lo stanziamento di 400 milioni). E questa volta le possibilità di un’estensione al 30 giugno è tutt’altro che certa. Una speranza, quella di arrivare a concludere l’anno scolastico, per 17mila docenti e 14mila Ata che erano stati assunti per affrontare l’emergenza vissuta negli scorsi mesi.
Come spiega ‘Repubblica’ la delusione di questi lavoratori è evidente. Si sperava in qualche finanziamento aggiuntivo nel decreto Milleproroghe, ma così non è stato. E a poco potrebbe servire aver creato diversi gruppi sui social dove ci si confronta e si condividono pensieri e speranze. Servono nuovi fondi che il governo dovrebbe stanziare
Eppure per i dirigenti scolastici l’apporto dell’organico Covid è stato più che utile. Secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Antonello Giannelli sempre a ‘Repubblica’, il personale è assolutamente necessario visto che l’organico delle scuole è sottodimensionato rispetto alle reali esigenze del servizio. Così come gli Ata, soggetti necessari soprattutto nelle scuole con più sedi, spiega sempre Giannelli.
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