Oltre la metà dei soldi investiti dallo Stato per l’organico aggiuntivo dei docenti non sarebbero stata utilizzata: l’ipotesi è circolata in questi giorni, il ministero dell’Istruzione non ha smentito ed ora qualche partito politico chiede chiarezza. Marianna Madia, ex ministro senza portafoglio per la semplificazione e la PA nei governi Renzi e Gentiloni, oggi deputata Pd e componente della commissione Bilancio, Chiara Gribaudo, responsabile Missione Giovani della segreteria nazionale Pd, e Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera, lo hanno chiesto al ministro Patrizio Bianchi.
Il riferimento delle parlamentari dem è probabilmente al fatto che lo scorso mese di febbraio, l’allora neo eletto ministro Patrizio Bianchi ha comunicato ai sindacati che nell’anno in corso sono stati stipulati solo poco più 25 mila ‘docenti Covid’: “un numero – avevamo scritto – che risulta fortemente ridotto, di oltre la metà, rispetto ai contratti finanziati dal precedente governo, che aveva infatti coperto l’assunzione annuale di 60 mila insegnanti”.
Una situazione che si sarebbe venuta a creare per il mancato sdoppiamento delle classi, poiché gli spazi aggiuntivi da annettere alle scuole, inizialmente indicati come fattibili, non si è poi realizzato.
In compenso, però, sono stati assunti molti più supplenti Covid tra il personale Ata: gli ultimi dati ministeriali indicavano circa 50 mila contratti a termine, con scadenza corrispondente al termine delle lezioni, la stragrande maggioranza dei quali come collaboratori scolastici.
Stando così le cose, quindi, i fondi inizialmente destinati per docenti aggiuntivi non sarebbero avanzati e quindi nemmeno utilizzabili.
Al titolare dell’Istruzione è stata presentata un’interrogazione per chiedergli “se è a conoscenza, come riportato da organi di stampa, che circa il 40% dei soldi stanziati per istituire un organico anti Covid, ossia un organico di emergenza per sopperire alle necessità delle scuole nel periodo di pandemia, non è stato speso. E qualora ci fosse conferma di questo avanzo, in che modo il ministro Bianchi e il governo intendono riallocare le risorse”.
In una nota congiunta, le tre parlamentari dem hanno chiesto “motivazioni di tali mancate spese, secondo quanto riferito dagli uffici scolastici regionali e dai sindacati sarebbero da attribuire sia all’impossibilità di molti dirigenti scolastici a sdoppiare le classi in assenza di spazi alternativi, che all’andamento della pandemia a causa della quale si è dovuti ricorrere nuovamente alla didattica a distanza”.
Il problema degli spazi da aggiungere, quindi, è reale. Ora, l’attenzione si sposta al prossimo anno scolastico, considerando che le esigenze non sono poi così diverse rispetto a settembre 2020.
I problemi da affrontare, ricordano Madia, Gribaudo e Quartapelle sono diversi: “chiediamo al governo anche quali azioni intenda attuare al fine di dare piena attuazione agli impegni assunti, dai sistemi di ventilazione per il ricambio d’aria, all’utilizzo di test salivari alla sanificazione degli ambienti scolastici, per garantire l’avvio in sicurezza del prossimo anno scolastico e la frequenza in presenza per tutti gli alunni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”.
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