Personale

Organico Covid. Bonaffino (Pd): va stabilizzato anche oltre la pandemia

Come abbiamo anticipato, i contratti dell’organico Covid potrebbero essere prorogati fino a giugno, ma è caccia alle risorse. E dopo l’apertura del ministero dell’Istruzione, dovrà essere il Mef a dare il via libera.

Sul tema, Lucia Bonaffino, preside e responsabile Scuola del PD Unione provinciale di Palermo, ha dato disponibilità a monitorare la questione: “Seguiremo con attenzione il lavoro del Ministero per reperire i fondi necessari entro il 31 marzo,” ha assicurato. La vera battaglia sindacale, peraltro, va anche oltre rispetto alla scadenza di giugno e punta alla stabilizzazione dell’organico aggiuntivo docente e Ata, anche dopo l’emergenza Covid, “così da garantire finalmente ciò che alla scuola serve: meno alunni per classe, sicurezza e cura degli ambienti di apprendimento,” continua la Bonaffino.  

Chi fa parte dell’organico Covid?

Sono 55 mila, fra docenti e personale Ata, i cosiddetti supplenti Covid, che attendono la proroga dei contratti fino al termine dell’anno scolastico in corso. Si tratta del personale inserito nell’organico aggiuntivo reclutato per consentire lo svolgimento delle attività didattiche in sicurezza: dal presidio e igiene dei locali curati dal personale Ata, al recupero degli apprendimenti e progetti personalizzati realizzati dalle/dai docenti, necessari dopo i lunghi mesi di didattica a distanza e quarantene. 

Assunti dapprima con contratti sino al 30 dicembre, poi prorogati al 31 marzo, questi lavoratori attendono adesso di poter proseguire il servizio fino al termine delle attività didattiche. 

Dopo la riunione con le organizzazioni sindacali – leggiamo nel comunicato stampa di Lucia Bonaffino – il ministero dell’Istruzione ha assicurato la volontà di prorogare i contratti, ma affichè ciò avvenga occorre avere le risorse necessarie, che ammontano in totale a 200 milioni di euro. Al momento sono disponibili circa 60 milioni di euro di risparmi relativi al 2021 e il cui riutilizzo richiede comunque un intervento legislativo. Urge peraltro recuperare la restante parte. 

Carla Virzì

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