Organico di fatto, il Miur non vuole aumentare i posti: deroghe solo se ne cancellano altrettanti
Il confronto del 2 luglio tra i sindacati e l’amministrazione scolastica non ha riguardato solo le imminenti utilizzazioni e assegnazioni provvisorie: si è parlato, infatti, anche dalla costituzione dell’organico di fatto di tutto il personale docente, educativo e ATA per il prossimo anno scolastico 2013-2014. Ad avviso del Miur, per quanto riguarda le dotazioni organiche del personale docente, così come già previsto per l’organico di diritto, in applicazione dell’art. 19, comma 7, della Legge 111/11, l’organico di fatto non potrà superare la consistenza di quello previsto per l’anno scolastico 2011/12. Ciò significa che se una provincia avrà bisogno di un numero maggiore di docenti e Ata dovrà necessariamente farlo a discapito di un’altra provincia.
Su questo punto la Flc-Cgil ha chiesto che “sia prevista la possibilità di attivazione di posti in deroga, quanto meno in organico di fatto ed in attuazione di impegni e dichiarazioni fatte della stesso Ministro Carrozza, in particolare a favore della scuola dell’infanzia che vede in diverse province richieste massicce di statalizzazione di scuole dell’infanzia gestite dai Comuni per difficoltà economiche. Queste richieste, che vanno accolte per assicurare il servizio, non possono essere soddisfatte a ‘posti zero’, ovvero per sottrazione di posti in organico di fatto da altri gradi di scuola”. Anche la Uil Scuola ha rappresentato al ministero dell’Istruzione “l’esigenza che le scuole debbano essere messe nelle condizioni di funzionare, con organico adeguato al di là dei ‘tetti’ predefiniti. Pertanto, a settembre andranno affrontate e risolte tutte le situazioni di criticità che si dovessero presentare, sia sul versante docente che Ata”. Ma c’è anche un altro aspetto delle comunicazioni del Miur che non è piaciuto ai sindacati: la scelta da parte dell’amministrazione di adottare dei criteri per la determinazione degli organici in base ai dati previsionali degli iscritti e non a quelli reali.
Contro questa scelta si schierata la delegazione della Gilda degli insegnanti, che ha subito posto un esempio pratico: quello del Veneto, che sarebbe stato “pesantemente penalizzato con l’ attribuzione di oltre un centinaio di posti in meno, comprimendo l’ offerta formativa in quella Regione. In considerazione di quanto sopra, quindi, la ns. Delegazione ha invitato l’ Amministrazione a rivedere gli organici laddove si è verificata una sensibile discrepanza fra i dati previsionali e quelli reali”, ha sottolineato il sindacato guidato da Di Meglio.
La Gilda ha anche fatto sapere che con l’arrivo al tavolo del confronto Miur-sindacati del direttore generale, Luciano Chiappetta, si è parlato anche della “quantificazione oraria per i disabili prevista dalle competenti commissioni dell’ ASL, in quanto i ricorsi presentati in opposizione ai tagli degli Uffici Territoriali risultano sempre vincenti e creano un notevole aggravio per il bilancio del Ministero”. Premesso ciò, Chiappetta ha chiesto ai sindacalisti presenti di “dare comunicazione al MIUR dei tagli indiscriminati ed ingiustificati che possono veder soccombere l’ Amministrazione, onde intervenire per prevenire l’ insorgere del contenzioso, concedendo i posti in deroga nel rispetto delle certificazioni delle ASL”.
Il confronto tra le parti proseguirà nella tarda mattinata, al massimo a partire dal primo pomeriggio di mercoledì 3 luglio: le premesse fanno pensare ad una dialettica tutt’altro che serena.