Categorie: Politica scolastica

Organico di rete: sarà l’asso nella manica di Renzi?

Per fine agosto, ed ormai ci siamo vicini, il Governo Renzi sta predisponendo un provvedimento ad hoc sulla scuola, che siamo certi non mancherà di suscitare polemiche e critiche. Quali saranno i punti centrali di questo atteso provvedimento? C’è chi teme che si ritorni a proporre l’aumento dell’orario settimanale di servizio degli insegnanti, anche se soltanto su base volontaria, chi invece pensa ad un piano volto ad assegnare super poteri di autonomia ai dirigenti scolastici. Qualcuno suppone che nel prossimo pacchetto scuola ci sarà la norma che riduce la durata della scuola secondaria di secondo grado di un anno ed un’altra norma che obbligherà gli insegnati ad aggiornarsi e formarsi per un certo numero di ore ogni anno.
Però il vero asso nella manica di Renzi per il prossimo provvedimento della scuola si chiama organico di rete. Per la verità si tratta di un provvedimento già presente nel nostro ordinamento legislativo, ma non ancora attuato.
Infatti fu il Governo Monti con il ministro Francesco Profumo a pensare di tradurre in articolo di legge l’introduzione dell’organico di rete. È già tutto scritto nel decreto negge n.5/2012 e precisamente all’art.50 comma1 punto c), dove si dispone la costituzione  di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di  conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie.
Sempre nello stesso comma ma al punto d) si parla di organico di rete per  le  finalità  suddette, nonché per l’integrazione degli alunni  diversamente abili, la prevenzione dell’abbandono e il  contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo, specie per le aree di massima  corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica. Nel punto e) del su citato comma 1 è spiegato che la costituzione di  tali organici di rete è prevista nei limiti previsti dall’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, e sulla base dei  posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole  e  sugli  ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno, fatte salve  le  esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale.
Quindi l’attuazione dell’organico di rete di scuole, che potrebbe essere il cavallo di battaglia di Renzi nel prossimo provvedimento sull’istruzione,  come soluzione della “panacea” di tutti i mali della scuola pubblica italiana? Sarebbe questa la soluzione riformista tanto sbandierata dal nostro giovane premier? Profumo l’aveva proposta ed inserita nel decreto n.5/2012, adesso Renzi sta meditando la sua reale applicazione, che potrebbe prendere forma e sostanza con una sorta di un unico organico funzionale, applicato alle reti di scuola.
Ma di cosa si tratta? In buona sostanza è la costituzione di un corpo di insegnanti di ruolo che rimanga a disposizione, secondo le esigenze contingenti, di qualsiasi scuola facente parte della rete a cui il docente è stato assegnato. Facciamo un esempio: in un Comune X viene costituita una rete di scuole affini per tipologia di indirizzo, ad esempio due licei scientifici, un liceo classico e un liceo delle scienze umane. A tale rete di scuole viene associato un organico che non è più riferito ad un solo istituto, ma più complessivamente all’intera rete.
Questo organico non sarà più annuale ma sarà triennale ed ogni docente potrà essere utilizzato, a seconda delle esigenze, su tutte le scuole della rete. Quindi è da tenere in conto che la titolarità non sarà più d’Istituto ma sarà una titolarità di rete. Ma attenzione a come verrà gestita questa partita dell’organico di rete, perché le ricadute potrebbero essere più negative che positive. D’altronde come si dice : “il diavolo  fa le pentole ma non i coperchi”. Se l’organico funzionale di rete resterà legato al vincolo diabolico dell’art.64 della legge 133/2008, potrebbe essere la pentola in cui migliaia di docenti precari e anche i docenti di ruolo, verranno bolliti a fuoco lento, aprendo la strada a tutte quelle diavolerie strampalate rientranti nel piano Reggi-Giannini. Bisogna che i sindacati all’asso nella manica del premier Renzi, rispondano con una bella scala reale servita.

Lucio Ficara

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