Nonostante il calo demografico che continua inesorabilmente a provocare la diminuzione degli alunni in tutto il sistema scolastico, gli organici del personale del prossimo anno subiranno complessivamente un certo incremento.
Per il momento non si prevedono riduzioni dell’organico di diritto di posti comuni ad eccezione degli istituti professionali, dove sta andando a regime la riforma prevista dal decreto legislativo adottato in applicazione alla legge 107.
Nella scuola dell’infanzia si prevede un aumento di mille posti di potenziamento che verranno distribuiti fra le diverse regioni in modo proporzionale ai posti già funzionanti.
Dei 25mila posti di organico di sostegno previsti dalla legge di bilancio ne verranno istituiti per il momento 5mila; gli altri 20mila vengono rimandati al prossimo biennio.
I sindacati hanno chiesto al Ministero garanzie sui cosiddetti “posti Covid” e anzi hanno proposto che i 50mila posti istituiti quest’anno vengano riconosciuti almeno nell’organico di fatto 2021/22.
Il Ministero ha però fatto presente che allo stato attuale gli organici vanno definiti sulla base delle norme di legge in vigore oggi e che eventuali modifiche alle norme potranno servire per modificare gli organici del 2022/23.
Ovviamente c’è delusione da parte delle organizzazioni sindacali per l’esito del confronto: tutti si aspettavano una certa “apertura” da parte ministeriale ma è chiaro che non possono essere i dirigenti ministeriali a decidere deroghe alle norme di legge.
E’ probabile che identica delusione ci sarà sull’altro punto in discussione in questi giorni, il vincolo quinquennale: sulla questione, infatti, si è tuttora in attesa di una decisione a livello politico che però appare sempre più difficile anche a causa dei tempi ristrettissimi.
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