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Organico docenti: meno 6 per cento

Dalle prime notizie che stanno circolando sulle tabelle allegate alla bozza di decreto interministeriale sugli organici il dato complessivo che abbiamo già fornito con un precedente articolo ne esce confermato: i tagli più pesanti riguardano in linea generale le regioni del sud, mentre al nord le riduzioni sono decisamente meno significative.
Un primo dato riguarda innanzitutto il numero complessivo di riduzioni: si tratta di 36.854 posti di insegnante in meno rispetto agli organici attuali, valore che corrisponde al 6,2% medio nazionale.
Ma si va dal 3,7% dell’Emilia-Romagna al 7,3%  dell’Abruzzo, all’8,2% della Sicilia, all’ 8,9% della Basilicata fino al 9,2% della Calabria.
Se si analizzano i dati a livello di ciascun ordine di scuola, si può comprendere ancora meglio la dinamica della manovra.
La scuola maggiormente colpita è la secondaria di primo grado per la quale è previsto un taglio complessivo di 15.500 posti, pari al 10,6% dei posti attualmente funzionanti in organico di fatto.
Anche in questo caso le riduzioni sono molto diversificate da regione a regione.
I tagli superano il 14% in Basilicata, Calabria e Sardegna mentre scendono al di sotto del 9% in Emilia, Lazio, Toscana e Veneto.
Per quanto riguarda la scuola primaria gli organici caleranno di circa 10.000 unità, in pratica del 4,4%.
Ma in alcune regioni il taglio è decisamente superiore: è il 6% in Abruzzo e Basilicata, del 6,8%   in Calabria, del 7% in Sicilia, del 7,6% in Campania e Puglia e addirittura dell’8% in Molise.
Al contrario si scende al 3% in Liguria e Piemonte, al 2,4%  nel Lazio, all’1,9% in Lombardia e all’1,6% dell’Emilia-Romagna.
Minori variazioni fra le regioni si registrano infine nella secondaria superiore dove la riduzione complessiva si attesta intorno al 5% (11.346 posti in meno rispetto ai 220mila attuali).
Nessuna  riduzione è prevista invece per i posti di sostegno che restano sempre  90.469 (58.463 assegnati in organico di diritto e 32.006 in deroga).
Adesso si attende solamente la firma dei due Ministri competenti (Tremonti e Gelmini), dopo di che la parola passerà alle singole direzioni regionali che, in accordo con regione ed enti locali, dovranno distribuire le risorse agli uffici scolastici provinciali e quindi alle istituzioni scolastiche.

 

 

 

 

 

 

Reginaldo Palermo

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