Il “dibattito” che si sta sviluppando sulla questione dell’organico funzionale presenta aspetti francamente poco comprensibili. Molti si affannano a spiegare che con l’organico funzionale si risolveranno i problemi della copertura delle assenze (soprattutto di quelle di durata medio-breve) dei docenti titolari. Altri teorizzano che con esso si potrà affrontare in modo più razionale anche il problema degli esoneri dei vicepresidi (ma allora perché non anche di quelli legati ai distacchi sindacali?). Altri ancora sono impegnati a fare i conti su quanto l’organico funzionale farebbe risparmiare e così via.
A noi pare però che, per il momento, il punto centrale sia molto più sottile. Non va dimenticato, infatti, che – per adesso – il piano “Buona Scuola” (e con esso il capitolo decisivo dell’organico funzionale) è ancora un progetto sulla carta (diciamo che non è neppure uno studio di fattibilità ma un semplice progetto preliminare) che per diventare realtà necessiterebbe di non pochi passaggi istituzionali.
Per ora le uniche cose certe sono quelle scritte nella bozza della legge di stabilità che, fino a prova contraria, prevede il taglio degli organici ATA e la cancellazione delle supplenze brevi e brevissime (particolarmente pesante appare la norma che impedisce di nominare un supplente nel primo giorno di assenza del titolare: come si potrà risolvere il problema nelle scuole dell’infanzia e in molte scuole primarie non è ancora dato di capire).
Per quanto se ne sa, nella legge di stabilità non c’è invece il benché minimo accenno al tema dell’organico funzionale e quindi c’è davvero il rischio di un “disallineamento” normativo con conseguenze difficilmente immaginabili.
Per esempio, le disposizioni sulle nomine delle supplenze, così come sono scritte ora, dovrebbero entrare in vigore contestualmente alla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale e cioè in assenza di qualsivoglia forma di organico funzionale.
E poi, soprattutto, quando e come si inizieranno ad assumere iniziative legislative per dare avvio all’organico funzionale? Nessuno, per ora, ha ancora dato una mezza risposta a questo problema assolutamente decisivo e ineludibile.
Forse è arrivato il momento in cui il ministro Giannini incominci a dare qualche spiegazione seria perché altrimenti si continuerà a parlare solamente di aria fritta.
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