Sulla questione dell’organico funzionale aumenta la confusione. Nelle ultime ore Davide Faraone ha spiegato che l’organico funzionale servirà a creare una sorta di staff intermedio che si collocherà a metà strada fra gli insegnanti “comuni” e la dirigenza scolastica. In che modo questo potrà realizzarsi tutto questo non è affatto chiaro, anche perchè, nello stesso documento “La Buona Scuola” si dice che l’organico funzionale dovrà servire per evitare il ricorso alle supplenze. Senza contare che da alcune dichiarazioni di ministro e sottosegretario sembra di capire che d’ora in avanti potrebbero essere gli stessi docenti a scegliere se essere titolari di posto ordinario o “titolari” di un posto di organico funzionale.
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E – stando ale affermazioni di Faraone – chi farà parte dell’organico funzionale potrà accedere ad incarichi aggiuntivi. Ma allora chi si occuperà della copertura delle supplenze? Un ulteriore elemento di confusione deriva dall’idea che i docenti con incarichi di “staff” potrebbero avere un orario di cattedra ridotto: soluzione che può essere relativamente facile da attuare nella scuola secondaria, ma quasi immpossibile nella primaria e nell’infanzia.
Insomma, la sensazione è che, per il momento, in materia di organico funzionale al Minsitero si stia brancolando nel buio in attesa che qualcuno riesca a trovare una soluzione brillante ma anche di facile attuazione.
Il fatto è che “organico funzionale” è certamente un bello slogan che per la verità è già previsto da una legge voluta a suo tempo dal ministro Profumo. Ma all’epoca non si era riusciti a tradurre lo slogan in un modello concreto (era prevista l’adozione di un decreto applicativo): forse ancche perchè l’operazione non è poi così semplice come qualcuno pensa.