Categorie: Politica scolastica

Organico funzionale? “Ma mi faccia il piacere” direbbe Totò

Quello dell’organico funzionale sta diventando il tormentone autunnale.
Il Ministro Giannini ne parla un giorno sì e l’altro pure affannandosi a spiegare che con l’organico funzionale non ci saranno più problemi nella gestione delle supplenze e che, come per incanto, l’offerta formativa delle scuole raddoppierà in quantità e sul campo
Ma siamo sicuri che le cose stiano davvero così?
Qualche vero esperto di gestione degli organici ha spiegato al Ministro come funziona la gestione degli organici?
Chi scrive non è un superesperto ma in 40 ani di lavoro nella suola un po’ di esperienza sul campo se l’è fatta e qualche mezza idea su quali potrebbero essere gli scenari futuri ce l’ha in mente.
Ora, nell’infanzia e nella primaria è facile ritenere che l’organico funzionale possa essere utilizzato per le supplenze, dal momento che quando si nomina un supplente si attinge da un’unica graduatoria (qualche problema può esserci quando si deve sostituire un docente che insegna inglese o un docente di sostegno, ma cerchiamo di non sottilizzare troppo).
Nella secondaria (e soprattutto in quella di secondo grado) la questione è molto più complicata. Per esempio, nel liceo X l’organico funzionale potrebbe essere formato da un docente di italiano e storia e da uno di matematica e fisica.
Che succederà allora quando bisognerà sostituire un insegnante di lingua straniera?
Gli stessi problemi ci saranno per la sostituzione del docente incaricato di collaborare con il dirigente: se nell’organico funzionale c’è un insegnante della stessa classe di concorso, tutto potrebbe filare più o meno liscio, ma se il vicepreside insegna una disciplina diversa i nodi arriveranno inevitabilmente al pettine.
Oltretutto, rendiamoci conto che stiamo parlando di materia in ampio divenire e sulla quale, inevitabilmente, dovrà esserci anche solo un minimo di confronto con le organizzazioni sindacali, in quanto l’organico funzionale nelle secondaria di secondo grado scardinerebbe completamente l’organizzazione attuale.
Se poi l’idea di Giannini e dei suoi collaboratori fosse davvero quella di dare il via ad un “organico di rete” non riusciamo neppure ad immaginare quali potrebbero essere le difficoltà organizzative da superare.
Basti un solo dato: il contratto integrativo sulla mobilità dovrebbe tenere conto di queste importante novità. In genere di questi tempi si inizia a lavorare per il contratto dell’anno successivo (per un contratto cioè che contiene qualche modesto ritocco rispetto a quello precedente).
Quest’anno, invece, si dovrebbe rivedere completamente il contratto esistente (sulla base di quali norme, peraltro, non è neppure dato di sapere).
E tutto dovrebbe essere pronto per settembre 2015?
Avrebbe detto il Principe Totò: “Ma mi faccia il piacere, mi faccia!”

Reginaldo Palermo

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