I dati sulle assunzioni della fase C diramati oggi dal Ministero confermano quanto abbiamo già avuto modo di scrivere da tempo, senza dissipare dubbi e perplessità.
Incominciamo con numero: a fronte di 55mila posti disponbili per la fase C, il Miur ha inviato circa 48.500 proposte di assunzione e questo significa quindi che 6.500 posti non potranno essere assegnati per il ruolo.
Il Miur dimentica di dire che un discreto numero di docenti che hanno ricevuto oggi la proposta sono già impegnati in supplenze fino al 30 giugno o addirittura al 31 agosto ed è abbastanza probabile che rimarranno dove sono e non andranno a coprire uno dei posti dell’organico potenziato.
Nella migliore delle ipotesi, pertanto, dei 55mila posti di organico potenziato ne verranno effettivamente attribuiti 42-45mila.
Fin dal luglio scorso la nostra testata aveva scritto che sarebbe stato difficile se non addirittura impossibile rispondere alle richieste di organico avanzate dalle scuole e adesso la verità sta emergendo tutta. Oggi il Ministro ha finalmente ammesso che l’organico potenziato riguarderà di fatto solo alcune areee disciplinari, importanti ma non certamente esaustive (musica, arte, motoria, lingua straniera). Manca all’appello la matematica mentre le scienze hanno un ruolo modesto, nonostante che siano appunto questi – secondo diverse ricerche internazionali – i punti di maggiore debolezza degli studenti italiani.
Ma c’è una questione che non è per nulla chiara: da più parti si sostiene che i posti non assegnati con la fase C potranno essere coperti con supplenze annuali.
Abbiamo sempre espresso dubbi su questa possibilità sia perchè il comma 95 della legge 107 sembra escluderlo, sia perchè – a questo punto – non si capisce davvero da quali graduatorie potrebbero essere assunti i supplenti. Comunque ancora pochi giorni e il mistero sarà svelato.
Per intanto un dato certo e inoppugnabile c’è: per 3 mesi esatti i 55mila posti della fase C non sono costati neppure un centesimo alle casse del Ministero. A conti fatti si tratta di un risparmio di più di 400 milioni. Risparmio del quale, curiosamente, nessuno chiede conto: neppure i sindacati si prendono la briga di chiedere al Governo cosa intenda fare di questi soldi che sono stanziati dalla legge 107.