Tutto come previsto: l’organico potenziato decolla nel caos generale. Il Ministero non dà risposte chiare e le scuole brancolano nel buio.
L’organico potenziato era nato sotto i migliori auspici: si parlava di migliaia di docenti che avrebbero consentito alle scuole di ridurre le supplenze e di attivare progetti didattici per migliorare la qualità dell’offerta formativa.
C’era persino chi favoleggiava che l’organico sarebbe potuto servire per garantire il tempo pieno nella primaria e nella secondaria di primo grado.
Alla resa dei conti il risultato dell’operazione è ormai chiaro: si stanno svuotando un po’ di GAE e si stanno assumendo docenti precari che non sempre hanno l’esperienza adeguata, senza molta preoccupazione per la qualità della scuola. Certamente l’operazione ha un suo significato politico perchè può portare consensi alla compagine governativa, ma è anche la dimostrazione della scarsa lungimiranza di chi governa il sistema scolastico che – evidentemente – non ha la benchè minima intenzione di mettere in pratica il motto di Alcide De Gasperi (“Il politico guarda alle prossime elezioni, lo statista alle future generazioni”).
Le storture del piano di assunzioni dimostrano che di attenzione per il futuro della scuola ce n’è davvero poca: una percentuale non indifferente dei neoassunti è formata da docenti non particolarmente giovani e con poca esperienza di insegnamento (ci sono addirittura casi di insegnanti sessantenni che non hanno mai messo piede in una scuola dello stesso ordine).
Per non parlare del fatto che la gran parte dei posti assegnati alle secondarie di primo grado riguardano l’educazione artistica, l’educazione fisica e la musica, senza nessuna coerenza con i dati delle indagini internazionali secondo le quali i nostri studenti sono carenti nelle competenze fondamentali (lingua italiana, ma ancor più matematica e scienze).
E ci vengono segnalati persino casi di istituti comprensivi ai quali sono stati assegnati docenti di disegno tecnico, di chimica o addirittura di stenodattilografia, in modo quindi del tutto difforme dalle richieste delle scuole.
Restano poi irrisolti non pochi problemi: come “validare” l’anno di prova di un docente di scuola superiore assegnato ad un comprensivo o di un insegnante di musica utilizzato di fatto per coprire per lo più supplenze di qualche giorno?
Insomma siamo nel caos, ma a Viale Trastevere sembrano non rendersene conto.