Pubblichiamo la lettera del nostro lettore, con due annotazioni.
Il quotidiano La Repubblica, fondato da Eugenio Scalfari (non sappiamo in che misura sia ancora suo), non è il più venduto in Italia; inoltre Curzio Maltese non è più europarlamentare dal 2019 (NdR).
Una doverosa risposta all’attacco sferrato oggi da Curzio Maltese ai docenti sulle pagine de “ Il Venerdì”, supplemento settimanale del quotidiano più venduto in Italia, La Repubblica di Scalfari.
In un articolo dal titolo “Lezioni di italiano”, corredato dall’eloquente immagine di un’aula con dei banchi rivolti verso una lavagna su cui è scritto “Abbasso la scuola”, si legge che i professori italiani non fanno altro “che annoiare gli studenti con cammei di poeti con la testa cinta di lauro”.
Il percorso scolastico vi è descritto come un viaggio in cui- cito testualmente- “il ragazzo ha imparato a detestare la letteratura e la tortura del tema ed è diventato un perfetto ipocrita che cura soltanto le pubbliche relazioni con il corpo docente oppure un rompicoglioni ribelle”.
“Per fortuna- continua Maltese- alcuni sopravvivono a tutto questo e diventano dei grandi professionisti malgrado la scuola”.
Proprio così, “malgrado la scuola”!
Visione non solo ingenerosa, offensiva e inaccettabile, ma anche stereotipata, erronea nel merito (forse Maltese ignora che il tema è stato ormai abolito da più di vent’anni) e soprattutto ingiusta di un mondo, quale quello della scuola, variegato quanto quello del giornalismo e della politica a cui Maltese appartiene.
Sparare a zero sulla scuola è altrettanto ingiusto che prendersela, in generale, con i politici e i giornalisti, facendo di tutta l’erba un fascio: come se uno volesse giudicare il giornalismo italiano dalle amenità che con molta disinvoltura siamo abituati a leggere proprio sul giornale per il quale Maltese scrive!
Ricordiamo a mo’ di esempio l’articolo del direttore che parlava di Platone e Aristotele vissuti nel III secolo o di un’altra nota firma (Michele Serra) che disquisiva di Galeazzo Ciano “cognato” di Mussolini.
Per non parlare poi del solito refrain cui ricorre il giornalista quando scrive di una” profonda e solida riforma scolastica” che dovrebbe rimettere le cose a posto: ma non si capisce bene in cosa dovrebbe consistere questa riforma panacea di cui, per la verità, nulla viene detto.
Nella scuola italiana tanti docenti fanno silenziosamente il loro dovere con senso di responsabilità e dedizione, contribuendo alla crescita culturale e civile dei nostri futuri cittadini, percependo stipendi tra i più bassi d’Europa, assolutamente non paragonabili a quello di un giornalista nonché europarlamentare come Maltese.
Un’ultima osservazione.
Nell’articolo si legge: “La grande letteratura è in gran parte anti italiana : Dante e Petrarca, Machiavelli e Guicciardini, Belli e Porta, Leopardi e Manzoni, Pisacane e Collodi, Svevo, Gadda, fino a Calvino, Landolfi e Pasolini, una sfida secolare all’opportunismo dell’intellettuale di corte”. Cosa ci faccia il nome di un patriota come Pisacane in un elenco di autori della letteratura italiana non è dato sapere, così come non è dato sapere come sia possibile definire anti italiana la produzione di un Dante (sic!), di un Manzoni, che auspicava l’Italia “una d’arme, di lingua, d’altar/ di memorie, di sangue e di cor”, o di un Machiavelli che conclude “Il principe” con alcuni famosi versi petrarcheschi (“ virtù contra a furor prenderà l’arme e fia il combatter corto che l‘antico valor negl’italici cor non è ancor morto”) molto cari ai patrioti del nostro Risorgimento.
Forse le “lezioni di italiano” a cui si riferisce il titolo sono quelle che dovrebbero tornare a frequentare certi giornalisti italiani immemori degli studi fatti.
Giuseppe Scafuro
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