Diciamo subito che Germania, Belgio e Spagna sono i Paesi che compiono i maggiori sforzi per monitorare l’uso degli strumenti europei che aiutano gli studenti a far riconoscere gli studi effettuati all’estero. Quanto a informazione e orientamento sulle opportunità di mobilità, come già detto, sono Germania, Belgio, Spagna, Francia e Italia ad offrire il sostegno più ampio. Bulgaria, Grecia, Slovenia e Cipro, quello minore. La portabilità dei sussidi (che consente agli studenti di ricevere borse e prestiti in un altro Paese alle stesse condizioni del proprio) funziona nelle Fiandre e nel cantone germanofono del Belgio, a Cipro, nel Lussemburgo, in Slovenia, in Finlandia e in Svezia. I sistemi più restrittivi si trovano nella regione vallona del Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Grecia, Croazia, Lituania, Romania e Slovacchia.
La conoscenza delle lingue straniere è spesso un fattore che influisce sulla decisione di studiare all’estero. Tanto è vero che Cipro, il Lussemburgo e il cantone germanofono del Belgio pongono molto l’accento sull’apprendimento delle lingue nelle scuole. Ma ci sono anche Paesi, come Irlanda e Scozia, che non prevedono un insegnamento di lingua obbligatorio. L’Italia su questo punto si posiziona a metà strada, con l’inglese obbligatorio già a partire dalla primaria.
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