L’Italia risulta ancora particolarmente indietro per quanto riguarda l’orientamento scolastico. Ad affermarlo è l’81% dei giovani che sottolinea la criticità che si trasferisce nell’ingresso nel mondo del lavoro. Per affrontare e colmare questo gap, dopo cinque anni di dialogo con due milioni di studenti e 200mila insegnanti arriva l’impegno tramutato in piattaforma. Si chiama #MIASSUMO ed è un progetto gratuito di orientamento scolastico rivolto agli studenti dagli 11 ai 26 anni che servirà ad affacciarsi più facilmente al mondo del lavoro.
Si tratta di 25 ore di formazione annua in cui si alterneranno attività di classe, a gruppi o singole e gli alunni saranno guidati nel riconoscere le proprie competenze e preferenze in modo da poter essere meglio orientati nel percorso di studi futuro e conoscere meglio le nuove figure professionali esistenti. Anche le imprese e le istituzioni parteciperanno in maniera attiva attraverso Pcto e stage, corsi di specializzazione, campus estivi o nel racconto della professione. Sofisticati meccanismi di gaming aiuteranno i ragazzi a scrivere il proprio curriculum rispondendo ai quesiti. Per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado l’intrattenimento di pianeti e personaggi diversi tra loro, per le scuole superiori notizie di attualità e giochi di ruolo con l’obiettivo per tutti di esplorare le 8 competenze chiave individuate dall’Unione Europea nella prospettiva delle professioni per poter scegliere il tipo di scuola dopo la terza media o un ITS o università o ancora mondo del lavoro dopo il diploma.
Far partire l’orientamento a 11 anni è la grande sfida di questo progetto, incrociare le competenze di ciascuno con altri profili professionali ma anche raccogliere in un’unica piattaforma genitori, insegnanti, istituzioni, aziende per accompagnare le scelte dei ragazzi. L’ideatrice del progetto #Miassumo è Parole O_stili. Sul confronto con gli altri Paesi europei, va evidenziato che il 77,5% dei giovani ha poche certezze sul proprio futuro professionale, i francesi sono il 71,2%, gli inglesi il 68,7%, gli spagnoli il 63,3% e i tedeschi il 60%.
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