Sono diversi i temi toccati dal ministro Giuseppe Valditara, intervistato questa mattina su ‘Repubblica’ da Ilaria Venturi. Si parte dal 9 novembre ‘Giornata della libertà’ (il Ministro è intervenuto all’evento della Tecnica della Scuola):
“Ci sono tante giornate in cui si celebra un evento di particolare rilievo: il 27 gennaio la liberazione del campo concentramento di Auschwitz dal mostro dell’antisemitismo, il 25 aprile la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e il 9 novembre la liberazione dell’Europa dal comunismo. Non vedo il problema, sono figlio di un partigiano della Brigata Garibaldi, non accetto lezioni da chi non ha mai rischiato la vita per combattere il nazismo. C’è chi è amico di Israele e chi è amico di Hamas. Io sono amico di Israele”.
Valditara affronta poi alcuni temi importanti del suo mandato, ad esempio quello degli Its:
“Faremo il provvedimento legato al Pnrr nei tempi. Ci sono 1,2 milioni di posti di lavoro non coperti per mancanza di figure professionali adeguate e il 45% delle imprese non trovano le competenze di cui hanno bisogno. Gli istituti tecnici e professionali non devono essere brutte copie del liceo. Per avere pari dignità oltre a laboratori moderni e attenzione alla realtà produttive, con la possibilità per i presidi di chiamare anche professionisti del mondo dell’impresa, devono poter offrire una carriera di studio importante. Penso a una filiera che colleghi formazione tecnico professionale e gli Its, un canale che l’Europa ci chiede di costruire, parificato al sistema universitario”.
Sull’orientamento Valditara spiega quale sarà la direzione:
“Costruiremo una piattaforma nazionale per orientare le famiglie e gli studenti. Scriverò a breve a chi ha figli in terza media indicando i dati che devono conoscere per poter fare scelte consapevoli per non bruciare possibilità di successo lavorativo dei figli. Darò loro informazioni concrete sui fabbisogni del territorio in cui vivono, sulle prospettive occupazionali e retributive che ogni indirizzo scolastico offre. Per esempio, devono sapere che chi va al liceo e poi non finisce l’università avrà potenzialità occupazionali e retributive inferiori a chi esce da un tecnico e professionale. E poi insisterò sulla formazione dei docenti all’orientamento affinché diventino consiglieri delle famiglie. Tocca loro tirar fuori il meglio da ogni studente: fissate le competenze minime, la loro realizzazione nella vita dipende dalla valorizzazione dei loro talenti che si può perseguire con una didattica personalizzata. Per potenziarla dobbiamo riflettere sulla opportunità di introdurre in ogni istituto la figura di docente tutor che possa seguire più da vicino i ragazzi in difficoltà e valorizzare chi è molto bravo e sta stretto nel programma, anche al di fuori dell’orario di lezione durante l’anno e nei periodi di sospensione delle lezioni. Adesso sono le famiglie più abbienti a pagare le lezioni private o corsi aggiuntivi. È compito dello Stato farlo”.
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