Proprio ieri 23 settembre si è chiuso il termine per la formazione delle nuove figure, introdotte con i fondi del PNRR, di orientatore e tutor per gli studenti delle scuole secondarie di II grado, ma le polemiche per questi nuovi ruoli introdotti dall’alto è notevole all’interno delle scuole. Esistono alcuni casi di scuole in cui il Collegio docenti ha rifiutato, in modo compatto, di attuare questa riforma che introduce le due figure di orientatore e tutor.
Da quello che emerge dal lato del MIM, ci sarebbero una decina di scuole, sparse sul territorio nazionale, che non hanno aderito alla riforma che introduce le nuove figure di orientatore e tutor per gli studenti. Una di queste scuole si trova nella Versilia e precisamente a Pietrasanta, si tratta dell’Istituto don Lazzeri-Stagi ,che, nel Collegio docenti di giovedì 21 settembre, ha respinto la proposta di istituire le nuove figure di docente tutor e docente orientatore che, nelle intenzioni del ministero (che in questa operazione ha investito ben 150 mln di euro provenienti dal PNRR), dovrebbero servire ad affrontare la dispersione scolastica. Le motivazioni di questo rifiuto e di questa opposizione ad una riforma calata dall’alto, è principalmente l’idea di una riforma basata sulla propaganda e gli slogan, piuttosto che sull’efficacia di risolvere il problema della “dispersione scolastica”. Sulla nota scritta dai rappresentati sindacali dell’Istituto don Lazzari-Stagi, si legge con assoluta chiarezza che la scuola italiana ha bisogno di interventi volti a “liberarla da una burocratizzazione che soffoca, c’è necessità che si investa sulle infrastrutture, c’è bisogno di un corpo docente stabilizzato e formato (e magari ben pagato), ma soprattutto, se veramente si vuole intervenire per combattere la dispersione scolastica, sono necessarie classi costituite da un numero limitato di studenti, dove ci si possa prendere cura di ognuno e di ognuna. È l’esperienza a insegnarci che questo è veramente lo strumento migliore che abbiamo per contenere lo sciagurato fenomeno della dispersione, in cui a pagare sono sempre gli stessi, i più fragili e i più svantaggiati. Sono questi i ragazzi che mollano e che spesso sappiamo abbandonati al loro destino, lasciati a cavarsela da soli, senza gli strumenti che la scuola poteva loro fornire”.
La discussione aperta in Collegio docenti al don Lazzari-Stagi è molto interessante dal punto di vista politco-sindacale, perché analizza con assoluta lucidità l’aspetto contraddittorio di una riforma imposta dal Governo, recepita dal rinnovo contrattuale della scuola 2019-2021, ma mai discussa nelle scuole attraverso assemblee sindacali dedicate a questa tematica.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, attraverso il Ministro Valdidara, all’indomani della firma dell’ipotesi del CCNL scuola 2019-2021, ha dichiarato: “Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente“. C’è da dire che il Ministro Valditara ha potuto fare questa dichiarazione, proprio per avere inserito all’interno del CCNL scuola 2019-2021, la cui ipotesi di accordo è stata firmata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Snals, Gilda insegnanti e Anief, l’art. 46 in cui è scritto: “In sede di contrattazione collettiva integrativa nazionale di cui all’art. 30, comma 2, lett. a) (Livelli, soggetti e materie delle relazioni sindacali) saranno definite modalità e criteri di utilizzazione di tutti gli eventuali finanziamenti aggiuntivi destinati al personale impegnato nelle attività di tutor, orientamento, coordinamento e nel sostegno della ricerca educativo-didattica e valutativa funzionali allo sviluppo dei processi d’innovazione e finalizzati alla valorizzazione del lavoro d’aula e al miglioramento dei livelli di apprendimento“.
Il Ministro Valditara rivendica, dopo la firma sull’ipotesi del CCNL scuola 2019-2021, un suo successo politico per avere introdotto queste nuove figure professionali all’interno delle scuole e afferma che “queste due nuove funzioni entrano stabilmente nel sistema scolastico italiano e in futuro gradualmente saranno estese anche alle scuole secondarie di I grado”.
Ancora una volta si creano divisioni tra i docenti di quasi tutte le scuole, solo pochissime scuole hanno detto no a questa riforma dell’orientatore e del tutor, la maggioranza delle scuole, allettata da quelli che sembrerebbero buoni profitti economici, hanno aderito a formarsi per occupare un posto di orientatore o di tutor. La prima fase che ha diviso i docenti è stata quella della candidatura, molti non hanno creduto alla riforma e non hanno presentato l’istanza di partecipazione, altri invece hanno pensato di imbarcarsi in questi nuovi ruoli per il prossimo triennio. Ma non tutti saranno i prescelti per fare il tutor o l’orientatore, ci sarà un ulteriore scrematura. Sicuramente c’è chi verrà escluso e chi invece verrà arruolato.
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