La “Buona Scuola”? Una riforma nata bene e finita peggio. Così inizia l’editoriale di Oscar Giannino su Il Mattino.
Il giornalista analizza nel suo articolo tutti i vari passaggi della riforma: “La legge 107 ha provocato – secondo il PD – un’emorragia di consensi in un mondo, quello della scuola, tradizionalmente generoso in termini di voti verso la sinistra. Ci sono però alcune cose da considerare. L’esordio del merito nella valutazione e retribuzione dei docenti, merito individuale, non solo dei progetti collettivi di qualificazione dell’offerta scolastica come poi è avvenuto. Un ruolo incisivo dei dirigenti scolastici nella valutazione come nella pianificazione, ruolo immediatamente avversato appioppando loro la spregiativa definizione di “sceriffi”. L’esito finale è stata una legge, nata solo l’impulso dell’Europa, volta a porre fine all’osceno precariato, ma che non ha ottenuto questi risultati. I precari restano e resteranno per anni”.
E conclude: “La lezione è la solita, ma ripetiamola. In Italia, quanto più una riforma è coraggiosa e mette nel mirino interessi, tanto più ha bisogno di politici con idee chiare all’inizio e coerenti nel tempo. Altrimenti anche le migliori intenzioni vengono sopravanzate da resistenze accanite. E alla fine, avvicinandosi le elezioni, la conservazione vince sull’innovazione”.
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