Un gruppo di 16 esperti internazionali incaricati dalla giustizia cilena hanno concluso che il decesso del premio Nobel della letteratura Pablo Neruda, avvenuta dopo il colpo di stato del generale Augusto Pinochet nel 1973, non è avvenuta per un cancro come indicato sul suo certificato di morte, ma per una tossina.
Pablo Neruda, come è noto, è morto il 23 settembre 1973, 12 giorni dopo il golpe di Augusto Pinochet.
Niente cancro alla prostata
Dunque Neruda non è morto di cancro alla prostata come recita il certificato di morte ufficiale, cui la famiglia non ha mai creduto, ma per causa di “una tossina mai scoperta prima nelle analisi dei resti, per cui ha bisogno di ulteriori verifiche per giungere ad una conclusione definitiva che ad oggi non abbiamo. Ma il cancro è da escludersi”: questa la conclusione cui è giunta una commissione di esperti internazionali riuniti a Santiago del Cile
Neruda, membro del Partito comunista e amico del deposto presidente cileno Salvador Allende, secondo i familiari sarebbe stato avvelenato dalla polizia segreta di Pinochet, la Dina.
Una tossina
Il giudice Carrozza, che segue la vicenda, ha spiegato che “batteri trovati in un molare” sono collegati a una tossina “che ha una sua storia di ceppo” virale.
Il patologo Aurelio Luna ritiene che “se tutto procederà come previsto entro un anno avremo una risposta certa sullo studio genomico del batterio. Se si accerterà che non è naturale ed è stato coltivato in laboratorio, allora saremo di fronte alla prova che c’è stato un intervento esterno, ossia che qualcuno abbia inoculato il batterio per uccidere Neruda”.