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Pace fatta tra Gelmini e Lupi, ma il problema delle abilitazioni dei giovani rimane

Sembra essersi ricomposta la polemica dei giorni scorsi tra il ministro Gelmini e i ciellini, tra i primi sostenitori dell’iniziativa dei giovani del ‘Coordinamento liste per il diritto allo studio’, autori di una sorta di manifesto on line pubblicato il 7 settembre, dal titolo “L’Italia è un Paese per vecchi?” e che in poche ore ha avuto ben 12.000 sottoscrizioni, che ha di fatto bollato come fortemente insufficiente i Tfa transitori (riservati ai corsi del vecchio ordinamento o con il 3+2, quantificati dal Miur in 10.285) da attuare alle superiori durante l’anno scolastico appena cominciato: tra loro diversi intellettuali, scrittori, esponenti politici, ad iniziare dal presidente della Camera Luciano Violante (Pd), e banchieri come Corrado Passera. Tutti d’accordo, in particolare, su un concetto. “Entro il prossimo mese di ottobre – si spiega nell’appello – il ministro Gelmini firmerà il decreto che avrà l’effetto di escludere per diversi anni le giovani generazioni dall’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado”.
La forte presa di posizione, che ha raccolto consensi bipartisan, quindi anche tra esponenti del centro-destra, avrebbe scatenato le ira immediate del ministro dell`istruzione, Mariastella Gelmini, protagonista, raccontano le cronache, di un acceso diverbio con il vicepresidente della Camera ciellino Maurizio Lupi (Pdl) ed alcuni dei firmatari dell’appello. Un lite, quella con Lupi, che sembra peraltro avere origine anche da altri dissidi, come le prese di posizione dei politici in Lombardia dopo il recente allontanamento del governatore Formigoni dal premier Berlusconi.
Per sanare la situazione ci ha dovuto mettere del suo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che il 10 settembre ha riunito le parti a Palazzo Chigi e permesso il riavvicinamento. Letta, peraltro, ha avuto il compito favorito dall’incremento di ulteriori 3.000 posti riservati ai Tfa per le scuole superiori, per un totale di 13.285 posti per i soli Tfa transitori, finalizzati al conseguimento dell`abilitazione all`insegnamento nelle Scuole secondarie di I e II grado per l`a.a. 2011/12. Ed un numero simile sarebbe stato garantito anche per il biennio successivo. La pace tra le parti, sottoscritta anche da alcuni firmatari del manifesto on line, ha inoltre previsto la sospensione della raccolta delle firme da parte del sito www.appellogiovani.it. All’uscita dell’incontro Lupi ha reso noto ai giornalisti che il premier Silvio Berlusconi “teneva molto” all’accordo raggiunto. Una circostanza confermata alla festa dei Giovani del Pdl a Roma: il Ministro e il deputato, infatti, si sono baciati e abbracciati pubblicamente sul palco.
L’impressione è che si tratti di una tregua e tempo determinato: non saranno, infatti, di certo 3.000 posti in più a risolvere il problema delle porte chiuse all’insegnamento nei confronti dei giovani aspirant. Dopo la chiusura delle Ssis, del resto, attendono con ansia le modalità di accesso e numeri relativi alle selezioni che serviranno per portare a casa le abilitazioni all’insegnamento (requisito indispensabile per puntare al ruolo). Anche se a loro andrà solo la metà dei posti disponibili (l’altra è destinata ai precari presenti nelle graduatorie ad esaurimento), Miur e Mef evidentemente non se la sentono di allargare troppo le maglie. Anche perché in lista di attesa vi sono oltre 200.000 precari, la cui mole non può non pregiudicare tutte le nuove decisioni politiche e tecniche sul tema abilitazioni-assunzioni.

Alessandro Giuliani

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