Una terribile notizia ha scosso l’Italia nello scorso weekend: un ragazzo di 17 anni ha ucciso con un coltello il fratello di 12 anni e i genitori, confessando poi tutto agli inquirenti. L’episodio è accaduto a Paderno Dugnano, nell’hinterland milanese.
A commentare quanto successo, lo psichiatra Paolo Crepet dalle colonne del Corriere della Sera: Segnali? “Ovvio, un ragazzino di 17 anni prende in mano un coltello e fa una strage, non ci sono segnali? Stiamo scherzando? Smettiamo di parlare di “famiglie per bene”, Turetta dove abitava? Nel Bronx? All’epoca di Novi Ligure sono stato preso per i fondelli, dicevano che banalizzo soltanto perché chiedevo se in quelle famiglie – e all’epoca non c’erano i social – alla sera, a cena, ci si chiede anche come va. Figuriamoci oggi con i social”.
Crepet accusa i social: “Peggiorano la situazione di un milione di volte. Chi dice di no è in malafede. Gli omicidi? Lui l’ha fatto, mille altri ci hanno pensato, e comunque questi casi non sono così rari. Questa è una società violentissima e il carcere non è un deterrente. Recupero psicologico? Andrebbe cambiato il carcere minorile, ci vorrebbero persone con capacità di intervento, non neolaureati”.
Infine un riferimento alla scuola: “Le famiglie non funzionano, la scuola è abbandonata a sé stessa. Negli Stati Uniti ogni mese esce un libro sull’impatto della tecnologia digitale sui nostri figli ma non facciamo niente perché ci sono le lobby che portano a cena un senatore e sono a posto”.
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