Padova: studenti, in arrivo il “doppio libretto” per transessuali, per poter cambiare identità senza discriminazioni
Nell’università di Padova è in arrivo il “doppio libretto” d’iscrizione per gli studenti e le studentesse transgender e transessuali. La misura è inserita tra le delibere che Il Senato Accademico dell’ateneo veneto si appresta a votare nelle prossime ore. Se, come probabile, rettore, Giuseppe Zaccaria, e professori universitari daranno il via libera, per la prima volta sarà possibile cambiare il nome degli studenti nel libretto e nei documenti universitari, adeguandolo alla propria identità psico-fisica.
Le associazioni degli studenti danno per scontato che la delibera verrà approvata. E già parlano di un provvedimento “importante” per la salvaguardia dei “diritti civili”. Per la Rete della Conoscenza l’introduzione del “doppio libretto” servirà anche a “limitare l’abbandono universitario di troppe persone che vengono violate nella propria privacy e che sono spesso soggette a discriminazioni all’interno della comunità accademica”.
“E’ un’importante segno di civiltà e di rispetto della dignità umana e di valorizzazione delle rispettive differenze quello che l’università di Padova darà con il voto”, ha detto Chiara de Notaris, rappresentante degli studenti in Senato Accademico per Link, “in un momento in cui le istituzioni del nostro Paese non allargano, ma anzi restringono i diritti delle persone quello di oggi sarà una dato in controtendenza”.
“Ci stiamo impegnando in tutti gli atenei in cui siamo per ottenere risultati esemplari come quello di Padova” sostiene Elena Monticelli, dell’esecutivo di Link – coordinamento universitario: anche “Pisa è ormai vicina l’approvazione di una delibera sul doppio libretto, mentre abbiamo già aperto vertenze negli atenei di Bari, Napoli e Roma e in tutti le Università in cui ci siamo candidati alle elezioni, sono parte integrante dei nostri programmi. Siamo convinti che il nostro sistema universitario possa e debba diventare più inclusivo, aperto ed egualitario”.
Ricorda Mauro Patti responsabile della Rete della Conoscenza per i diritti lgbtqi: “E’ assolutamente necessario che si traduca in una pratica e una proposta concreta quella dell’impegno a ogni forma di discriminazione: attraverso Link e Uds rilanciamo con questa ‘piccola soluzione’ con cui vogliamo rappresentare i bisogni di ogni studentessa e studente. Vogliamo poter contaminare e sollecitare tutti gli atenei d’Italia su questo tema, per costruire un’altra idea di università, inclusiva e accessibile a tutti, tutelando così le persone più esposte al fenomeno dell’abbandono universitario e all’emarginazione e stigmatizzazione da parte della comunità”.