Padre Puglisi raccontato in un fumetto

Raccontare con un fumetto ai più giovani, usando la stessa immediatezza e semplicità del sacerdote di Brancaccio, la figura di padre Pino Puglisi, ucciso 20 anni fa da “cosa nostra”. E’ lo scopo della graphic novel ‘3P padre Giuseppe Puglisi’ (edizioni Plumelia, 40 pag., 2,50 euro) presentato a Palermo e realizzato grazie all’associazione culturale della polizia municipale di Palermo. A ideare il fumetto è stato il presidente dell’associazione, Sergio Quartana, mentre i disegni sono di Emanuele Alotta, i testi di Teresa Gammauta e designer del progetto è Giuseppe Maniaci. “Era un prete che tutti noi avremmo voluto conoscere, capace di dare coraggio e conforto – dice Sergio Quartana – E’ stato definito un ‘prete antimafia’, un eroe, ma ‘3P’ non era nulla di tutto ciò. Era solo un prete che amava la vita e la viveva con semplicità francescana, che amava dire ‘se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto’. E aveva ragione, perché nemmeno la morte ha potuto fermarlo”. “Non è stato facile disegnare un personaggio realmente esistito, ma non volevo eccedere nella cronaca – spiega il disegnatore Alotta – per questo ho provato a immaginare come padre Puglisi con la mente di un bambino”. “L’idea di fondo era quella di raccontare un uomo, lontano dagli stereotipi dell’eroe antimafia”, spiega Teresa Gammauta.
A permettere la realizzazione è stata l’associazione culturale della polizia municipale, ma a fornire supporto e informazioni sono stati volontari e collaboratori di don Puglisi interpellati durante il progetto. “L’idea e’ di distribuirlo nelle scuole, ma stiamo cercando dei finanziamenti per farne anche una docufiction alla quale stiamo lavorando con la casa cinematografica ‘Cosmo produzioni’. Le scuole che volessero avere informazioni per distribuirlo possono scrivere a info@asscultpmpalermo.it”. Fino al 28 settembre al chiostro San Domenico di Palermo saranno in mostra, dalle 9 alle 12, i pannelli con le tavole illustrate del fumetto.
Dal 1 ottobre la mostra si trasferirà a Casa Professa. (ANSA).

Redazione

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