Il padre riduce la paghetta alla studentessa universitaria, lei lo denuncia e il caso finisce in Tribunale e i giudici danno ragione alla ragazza.
Una studentessa di 26 anni di Pordenone, fuoricorso all’università, si è rivolta ai giudici per ottenere il mantenimento dal padre. L’uomo, separato dalla madre della ragazza, le aveva ridotto la “paghetta” a 20 euro alla settimana, dopo aver scoperto il suo ritardo negli studi. Le aveva anche tagliato spese mediche, per il carburante, per l’abbigliamento e per altre necessità simili.
La Corte d’appello di Trieste ha dato ragione alla ragazza. Secondo i giudici, il padre ha l’obbligo di mantenere la figlia che non è riuscito a conquistarsi l’indipendenza economica.
La studentessa aveva citato in giudizio il padre davanti al tribunale di Pordenone per chiedere al genitore di provvedere al suo mantenimento, ordinario e straordinario, secondo gli obblighi assunti durante il divorzio con la madre. Il tribunale aveva dato ragione alla ragazza stabilendo un assegno in suo favore di 500 euro al mese. Il padre aveva quindi presentato ricorso alla Corte d’appello di Trieste. Ma alla fine ha avuto torto.
L’uomo, secondo quanto stabilito dal tribunale in una sentenza del 5 maggio, dovrà così corrispondere alla figlia un assegno mensile di 350 euro, fino al 2019.