I lavoratori della scuola non sono solo tra i meno pagati della pubblica amministrazione, ma in certi casi devono anche attendere mesi prima di vedersi assegnare i compensi. È il caso, quest’anno, dei tanti che attendono di ricevere le somme legate al Fondo d’istituto: le risorse dedicate non sono infatti ancora state accreditate alle scuole e qualche giorno fa la situazione è stata portata dalla Flc Cgil al tavolo delle “semplificazioni amministrative”.
Secondo il sindacato Confederale, “la ragione di questi ritardi sta nel meccanismo farraginoso degli accreditamenti, che devono passare attraverso i controlli infiniti e lentissimi del ministero dell’Istruzione e del ministero dell’Economia”. Intanto il tempo passa e il personale perde sempre più la pazienza e la fiducia verso le istituzioni.
Stiamo parlando delle “attività aggiuntive”, svolte durante l’anno scolastico dal personale, docente e Ata, con i fondi del Fis, il Fondo d’istituto, previa contrattazione con le Rsu di ogni scuola.
Secondo sempre la Flc-Cgil “la presa in carico la cui soluzione si prospetterebbe entro marzo 2024. Non ci siamo! Ben vengano tutte le misure che possano semplificare la vita delle scuole, dei docenti e delle famiglie, ma pagare chi ha lavorato deve essere la priorità”, ha concluso il sindacato.
Marcello Pacifico presidente Anief e Udir è invece meno pessimista: il sindacalista sostiene, sulla sua pagina Facebook, di essere “in costante interlocuzione con l’amministrazione che ha già sollecitato il MEF per l’autorizzazione all’accredito delle somme”.
“Il ritardo – scrive Pacifico – è dovuto alla firma tardiva nel mese di luglio del CCNI definitivo ma si sta lavorando perché tutto il processo sia concluso per fine mese. È necessario attribuire queste risorse prima dell’avvio del nuovo anno scolastico mentre dal prossimo anno solleciteremo il tavolo sulla contrattazione integrativa per tempo perché già a giugno alla fine delle attività possono essere erogate”.
I problemi dei pagamenti, però, si limita al Fis che non arriva. Ci sono anche decine di migliaia di supplenti da mesi senza stipendio: una circostanza che, a detta ancora della Flc-Cgil, “nei periodi più difficili dell’anno (le vacanze natalizie, le ferie estive) assume aspetti drammatici per le famiglie che contano su quei pochi ma meritati introiti”.
Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, parla di “una condizione di criticità assoluta se pensiamo al livello degli stipendi del personale della scuola e al fatto che, differiti così a lungo nel tempo, non permettono un livello di vita adeguato”.
Ad attendere lo stipendio sono coloro che hanno sottoscritto un contratto di durata “breve”, su titolare assente per periodi limitati: “sono persone che si spostano per centinaia di chilometri, ogni mattina, per assolvere al proprio lavoro con dedizione e professionalità – ricorda D’Aprile – che nella maggior parte dei casi lavorano lontano dai propri affetti e dalla loro famiglia, sono chiamati a grandi sacrifici”.
“È una situazione – insiste il segretario – che abbiamo posto più volte all’attenzione del ministero. È una situazione inaccettabile per docenti e Ata che meritano più rispetto soprattutto per la condizione precaria, unica nel nostro Paese”.
“L’ordinarietà dei pagamenti è stata trasformata (da troppo tempo) in emissioni speciali da parte del Mef – rilancia il numero uno della Uil Scuola Rua -. Una situazione di per sé intollerabile, resa ancora più grave dal momento economico attuale. I precari della scuola sono oltre 200mila ed è anche grazie al loro lavoro che le scuole funzionano”.
D’Aprile, quindi, chiede “un intervento urgente al ministero dell’Istruzione e del Merito per ripristinare un diritto costituzionalmente garantito“.
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