Un’ulteriore brutta pagina di scuola arriva dalla Campania. Da Napoli, precisamente. Il pubblico ministero della Repubblica partenopea Giancarlo Novelli dovrebbe ascoltare in queste ore sessanta docenti precari con l’accusa di corruzione e falso. Secondo l’inchiesta, infatti, un gruppo di docenti pagava (addirittura pare ci fosse un vero e proprio tariffario) per scalare qualche posto nelle graduatorie scolastiche ed accedere così ad incarichi cui non avrebbe avuto diritto.
I fatti riguardano soprattutto posti nelle scuole primarie, meno invece nelle scuole secondarie inferiori e superiori. Sembra che comunque i furbi docenti sarebbero già stati retrocessi nelle graduatorie.
Non ha ancora un nome invece l’hacker che avrebbe ritirato le mazzette e manomesso i sistemi dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Napoli. E’ plausibile fosse una persona interna all’Ufficio che poteva agire in massima tranquillità conoscendo anche le password del programma e i criteri di assegnazione dei punteggi.
Amarezza è stata espressa dal direttore generale Alberto Bottino: “I docenti –ha detto Bottino- sono educatori e formatori e quelli coinvolti in questa vicenda dimostrano, se alla fine le accuse saranno confermate dalla magistratura, di non avere nulla di educativo e formativo”.