Per i furbetti che non vogliono pagare la mensa scolastica, la pena è durissima e colpisce direttamente i loro figli che, a pranzo con i compagni, si vedranno servire solo pane e olio, frutta e una bottiglia di acqua. Consumati in un tavolo a parte destinato ai bimbi che si portano il pranzo da casa.
“Il governo intervenga perché ponga fine ad un fatto così discriminante ai danni di minori incolpevoli, come quello accaduto all’istituto Magiotti di Montevarchi. Non possiamo permettere che si creino disuguaglianze nei luoghi dell’apprendimento, dell’educazione e della crescita. Apprezziamo le parole di condanna della Ministra Fedeli ma si compiano atti concreti affinché non si ripetano più episodi del genere nelle scuole italiane”.
Così Marisa Nicchi, deputata di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista a Montecitorio a proposito della decisione dell’amministrazione comunale di Montevarchi.
A questo si aggiunge la proposta di Sinistra Italiana, tramite il rappresentante della segreteria nazionale, Giovanni Paglia:
“Ha fatto giustamente scalpore nei giorni scorsi la vicenda del comune di Montevarchi che ha deciso di mettere letteralmente a pane e acqua, anzi a pane ed olio i bambini le cui famiglie non sono in regola con la retta della mensa scolastica. Purtroppo non è il primo caso che per far quadrare i conti si puniscono ed umiliano i bambini. Lo fanno regolarmente i sindaci della Lega e del centrodestra, qualche volta pure quelli del Pd”
“Eppure per garantire a tutti gli alunni delle elementari un pasto di qualità gratuito basterebbe – prosegue il capogruppo della sinistra in commissione finanze a Montecitorio – meno di un miliardo di euro all’anno”.
“Per questo abbiamo presentato una proposta di legge per l’istituzione di un fondo a favore della ristorazione scolastica pubblica. Qualcuno dirà: ma dove trovate i soldi? Semplice, il fondo sarebbe finanziato con una tassa sulle bevande gassate e zuccherate, che peraltro non sono certo salutari per i bambini.
Per dirla con uno slogan : forse avremmo meno obesità infantile e più uguaglianza a scuola. (E forse avremmo anche qualche politico mediocre in meno sui giornali)”.
AssoBibe, associazione di categoria di Confindustria delle imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, in risposta alle dichiarazioni di Giovanni Paglia, della segreteria nazionale di Sinistra Italiana sull’introduzione di una tassa sulle bevande gassate e zuccherate per raccogliere fondi che garantiscano a tutti gli alunni un pasto di qualità, afferma che: “Introdurre una tassa aggiuntiva sulle bevande zuccherate, non comporta la diminuzione di sovrappeso e obesità. Nei Paesi dove è stata introdotta infatti, non ha portato evidenze positive sulla salute, secondo quanto evidenziato dalla Commissione europea in un proprio studio. In Finlandia e Norvegia la tassa esiste da oltre 20 anni e non sono stati riscontrati benefici. In Danimarca la tassa è stata eliminata nel 2011 per l’assenza di risultati e i danni economico-sociali. Ungheria e Francia hanno introdotto tasse, ma l’obesità ha continuato ad aumentare. In Messico si è registrata una riduzione del consumo giornaliero di 4 calorie al giorno (meno dell’0,2% dell’apporto giornaliero di energia). Inoltre in Italia il 99% dell’apporto calorico medio è dato da alimenti diversi dai soft drink; i consumi medi giornalieri di bibite gassate sono molto contenuti e in calo da 10 anni, sia negli adulti che nei bambini, mentre il tasso di sovrappeso e obesità sono in crescita. L’incidenza all’apporto calorico giornaliero è inferiore all’1% del totale. Nei bambini è lo 0.6%.
“Da oltre 10 anni – continua ASSOBIBE – le aziende associate hanno implementato specifiche attenzioni verso i bambini e gli ambienti scolastici tra cui: la riduzione dei formati dei contenitori e dell’impatto calorico; la limitazione del marketing diretto nei canali rivolti ai bambini sotto i 12 anni; l’astensione della vendita diretta di bevande gassate zuccherate nelle scuole primarie e secondarie, compresi i distributori automatici.”
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