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PAI o PIA, solo sigle? Il problema del recupero degli apprendimenti [DIRETTA 10/2, ore 16:30]

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Sono alle prese con gli scrutini, o li hanno appena conclusi, le scuole che hanno articolato l’anno scolastico in due quadrimestri.

Tempo di valutazione degli apprendimenti degli alunni, ma anche di un primo bilancio dell’efficacia delle attività didattiche nell’alternarsi in presenza, a distanza, parzialmente in presenza, in un clima di perenne provvisorietà che rende difficile mantenere sempre alta la qualità delle modalità dell’offerta formativa.

Su questi argomenti l’appuntamento di Tecnica della Scuola Live, mercoledì 10 febbraio alle 16:30.

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Il recupero degli apprendimenti: solo sigle?

Nell’Ordinanza Ministeriale n. 11 del 16 maggio 2020 si introducono due nuovi documenti obbligatori da predisporre per gli scrutini di fine anno scolastico 2019-2020: sono il PAI e il PIA, due acronimi da allora diventati familiari nel lessico dei docenti, talvolta anche con un pizzico di ironia, ma non altrettanto scontati per le famiglie, per gli studenti e per chi guarda dall’esterno il mondo della scuola.

Il PAI – Piano di Apprendimento Individualizzato

Il PAI, acronimo che indica il Piano di Apprendimento Individualizzato, da non confondere con il Piano Annuale per l’Inclusività, che ha la stessa sigla, è il documento predisposto dal consiglio di classe che indica gli obiettivi di apprendimento non raggiunti, o parzialmente raggiunti, da un singolo alunno e le strategie didattiche da attivare per mettere l’alunno in condizione di raggiungerli. Il Piano, che è parte integrante della scheda di valutazione, indica gli obiettivi di apprendimento disciplinare da conseguire e le strategie concordate dal consiglio di classe. Per il passaggio alla prima classe della scuola secondaria di primo grado e di secondo grado non è prevista dalla normativa la predisposizione di un Piano di apprendimento individualizzato.

Il PIA – Piano di Integrazione degli Apprendimenti

ll PIA, acronimo che indica il Piano di Integrazione degli Apprendimenti, è il documento predisposto dal consiglio di classe nel caso in cui non sia stato possibile, per ragioni oggettive e ben precise, svolgere le attività didattiche indicate nella programmazione di classe all’inizio dell’anno scolastico.

Il Piano, rivolto a tutta la classe, e non a singoli alunni, illustra l’integrazione delle attività didattiche non effettuate durante l’anno scolastico e ritenute fondamentali, nonché i relativi obiettivi di apprendimento non raggiunti. Chiarisce anche le modalità di riformulazione della progettazione, in coerenza con i tempi, i mezzi, i contesti a disposizione dei docenti.

I due Piani nell’Ordinanza Ministeriale

Le attività relative al Piano di Apprendimento Individualizzato e al Piano di Integrazione degli Apprendimenti costituiscono attività didattica ordinaria e hanno avuto inizio a decorrere dal 1° settembre 2020.

Le attività integrano, ove necessario, il primo periodo didattico (trimestre o quadrimestre) e comunque proseguono, se necessarie, per l’intera durata dell’anno scolastico 2020/2021.

Quali modalità di recupero in tempo di pandemia

La pandemia con la necessità del distanziamento fisico incide fortemente non soltanto sulle attività didattiche ordinarie ma anche sulle attività di integrazione degli apprendimenti per gli alunni che hanno bisogno di colmare alcune lacune.

Paradossalmente l’anno scolastico in corso dovrebbe servire a colmare gli apprendimenti mancati dell’anno precedente, sia quelli riguardanti il PAI sia quelli riguardanti il PIA. Come fare, dal momento che siamo nella stessa situazione di prima, con gli stessi problemi e con le stesse difficoltà?

I corsi pomeridiani di recupero attivati nel passato dalle scuole oggi risultano difficili da realizzare in presenza, ma anche a distanza, tenuto conto delle numerose ore trascorse dagli alunni davanti al computer per la didattica curricolare. Il recupero in itinere non è sempre di facile attuazione perché l’unità oraria con la didattica a distanza non sempre coincide con l’ora di sessanta minuti, anche per concedere uno stacco agli alunni nell’arco delle ore mattutine.

Un’alternativa potrebbe essere quella di reimpostare la didattica a livello organizzativo e metodologico:

  • a livello organizzativo potrebbe essere utile non rimanere ancorati alla classe chiusa e inamovibile, ma aprirla, come suggerisce anche il Piano scuola ministeriale 2020-2021, in alcune ore settimanali precedentemente concordate a gruppi di alunni di classi parallele o in verticale, per lo svolgimento di attività di recupero/ approfondimento/ preparazione di materiali, sotto la guida e la supervisione di ciascuno dei docenti delle classi coinvolte
  • a livello metodologico concordare tra consigli di classe i nodi concettuali essenziali da esplicitare agli alunni per far comprendere il significato intrinseco di ciascuna disciplina e rendere chiari i nessi logici che legano un nodo all’altro, anche tramite approcci didattici singoli o in codocenza che possano sollecitare domande e problemi, piuttosto che la trasmissione di saperi codificati da apprendere mnemonicamente.

Un valore aggiunto proviene dalle piattaforme e learning attivate in tutte le istituzioni scolastiche che danno la possibilità di ampliare il tempo scuola mediante attività didattiche in modalità sincrona e asincrona, blog, classi virtuali, disponibilità per gli alunni di materiali didattici esplicativi e di prove per esercitazioni.

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