Giunge da Palermo l’ennesimo caso di un insegnante, nativa di Enna, privo di titolo per stare dietro la cattedra.
La vicenda risale al periodo che va dal 1988 al 1997, e solo nei giorni scorsi è giunta all’epilogo, riguarda una donna che per ben nove anni aveva insegnato Lettere priva di diploma di laurea: la sezione d’appello della Corte dei Conti ha ribaltato la sentenza di primo grado secondo la quale non ci sarebbe stato alcun danno erariale perchè la ‘prof’ aveva dimostrato “una specifica e sufficiente preparazione culturale e professionale”.
La vicenda risale al periodo che va dal 1988 al 1997, e solo nei giorni scorsi è giunta all’epilogo, riguarda una donna che per ben nove anni aveva insegnato Lettere priva di diploma di laurea: la sezione d’appello della Corte dei Conti ha ribaltato la sentenza di primo grado secondo la quale non ci sarebbe stato alcun danno erariale perchè la ‘prof’ aveva dimostrato “una specifica e sufficiente preparazione culturale e professionale”.
La pseudo-docente, che dopo esser stata scoperta era stata denunciata, dovrà ora risarcire lo Stato restituendo 23 mila euro più interessi e rivalutazione monetaria.
Per quasi un decennio era riuscita ad insegnare in varie scuole esibendo certificazioni nelle quali, per ottenere le supplenze, dichiarava di essere il possesso di diploma di laurea in Lettere. Nella sentenza d’appello i giudici contabili hanno sottolineato come la donna abbia tratto in inganno la pubblica amministrazione ribadendo il principio secondo cui “le prestazioni professionali svolte da un dipendente pubblico assunto illegittimamente provocano un danno all’erario insanabile”.
Per quasi un decennio era riuscita ad insegnare in varie scuole esibendo certificazioni nelle quali, per ottenere le supplenze, dichiarava di essere il possesso di diploma di laurea in Lettere. Nella sentenza d’appello i giudici contabili hanno sottolineato come la donna abbia tratto in inganno la pubblica amministrazione ribadendo il principio secondo cui “le prestazioni professionali svolte da un dipendente pubblico assunto illegittimamente provocano un danno all’erario insanabile”.