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Palermo intitola una strada di periferia a Falcone e la sorella protesta: meritava di più

Che i giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, con gli agenti Vito Schifani, Rocco di Cillo e Antonio Montinaro vittime dell’attentato mafioso identificato come “Strage di Capaci”, siano, a quindici anni da quel 23 maggio, vivi non solo nel ricordo di chi vide la storia macchiarsi del loro sangue, ma di tutti coloro che credono nella giustizia, è un’innegabile evidenza.

 
Ed è altrettanto indubbio che il “ricordo” va, comunque, coltivato e sostenuto anche mediante l’attuazione di fatti visibili come la intitolazione di strade, erezione di monumenti, intestazioni di Istituti di pubblico dominio, affissioni di lapidi e quanto altro sia identificativo dell’incidenza storica di un individuo o di un determinato evento. E giusta è stata l’intitolazione dell’aeroporto che serve la città di Palermo, che da “Punta Raisi” è divenuto “Aeroporto Falcone-Borsellino”. 
Giusta è stata la intitolazione della grande villa che costeggia la centralissima via Libertà, dirimpetto al Giardino Inglese, e che ospita l’imponente monumento a Garibaldi, oggi diventata “Villa Falcone e Morvillo”. Anche il Convitto Nazionale di Palermo oggi porta il nome del Giudice, così come una scuola.
Il 16 aprile scorso, la notizia che una strada provvisoriamente detta «UR3» (nel quartiere Passo di Rigano, da via Castellana a via Roccazzo), sarebbe stata, su proposta della Commissione toponomastica, intitolata al Giudice Giovanni Falcone, ha provocato la reazione indignata della sorella del magistrato che ha dichiarato: “Nulla da dire sul quartiere, per carità, ma la decisione di dedicare a mio fratello in via UR3 non fa onore a questa città. Mio fratello meritava di più. Io non ho mai chiesto niente a nessuno, non
ho chiesto monumenti, non ho chiesto altro. Però, penso che mio fratello meritava una zona migliore di questa. Si era detto che un tratto di via Notarbartolo sarebbe stato dedicato a Giovanni, si era parlato anche di un tratto di via Francesco Crispi, e invece oggi mi informano che la strada il Comune ha deciso di intestarla in un’anonima zona di periferia. Io ho inaugurato strade e piazze in tutta Italia ed in diverse città europee con il nome di mio fratello. E tutti gli enti preposti e le varie amministrazioni comunali hanno assegnato a Giovanni Falcone strade e piazze centrali e zone monumentali”.
In effetti, la Commissione toponomastica aveva proposto un’altra intitolazione, anzi un cambio di nome. 
La proposta era quella di intitolare al Giudice una piazza già esistente, piazza Matteo Maria Boiardo, nei pressi di via Notarbartolo, ma la Sovrintendenza aveva posto il veto a tale assegnazione, e la scelta era ricaduta sulla strada più grande, tra le tante vie “senza nome” che erano in attesa di identificazione. Giorno 17, in seguito alla protesta della signora Maria Falcone, l’ufficio stampa del Comune di Palermo ha diffuso il seguente comunicato stampa: “In merito all’intitolazione di una strada, la via UR3, a Giovanni Falcone, il magistrato assassinato dalla mafia, il Sindaco ha dato oggi indicazione agli uffici di revocare il provvedimento che era stato adottato nei giorni scorsi dalla commissione toponomastica del Comune. Il Sindaco intende, infatti, trovare una soluzione che sia pienamente condivisa dalla famiglia Falcone così come dalla Sovrintendenza ai beni culturali, che deve esprimere il parere per il cambiamento dei toponomi relativi a personaggi di rilievo storico”.
L’opinione pubblica si è divisa tra chi ritiene giusta la protesta della sorella del Giudice e la decisione del Sindaco di bloccare il provvedimento, chi ritiene che la protesta poteva essere evitata dal momento che la città ha già dedicato al Giudice “importanti” intitolazioni, e tra chi ritiene che tutte le città, e Palermo nello specifico, devono essere pensate e vissute come unica entità dove le strade centrali e quelle periferiche devono avere uguale dignità, nel segno di una tensione civile che avvicini tutti i suoi cittadini alla legalità, piuttosto che alla ghettizzazione.
Gli educatori che volessero esprime la propria opinione possono farlo scrivendo utilizzando il form di "I lettori ci scrivono" presente nell’home-page del nostro sito.
Redazione

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