Mentre si discute per l’introduzione dello smartphone in classe, a Palermo ecco il progetto della “traduzione cooperativa” tramite chat.
Infatti, come segnala l’edizione di Palermo della Repubblica, da un’idea di Pietro Li Causi, docente di italiano e latino, ecco un sistema per la traduzione delle versioni.
Gli alunni traducono, in uno spazio di lavoro online libero, il testo proposto a lezione, con commenti in tempo reale; in aula, poi, la revisione della traduzione, la valutazione e la pubblicazione della versione a puntate in un blog gestito direttamente dagli alunni.
Due ore per tradurre e confrontarsi in rete, alla fine delle quali il giudizio del professore.
Due le opere finora tradotte con le classi Quinta R e Quinta D, il De Beneficiis e l’Epistola 121 di Seneca, testi che usualmente non hanno grande spazio nel canone delle opere antiche antologizzate per i licei.
“Tradurre in digitale diventa un modo per cooperare e realizzare un prodotto collettivo – racconta Li Causi – i ragazzi studiano in piena democrazia, discutendo e collaborando nella piazza della rete. Chi ha bisogno d’aiuto chiede ai compagni o direttamente al docente che interviene in chat. Non si tratta di una semplice esperienza didattica, gli studenti lavorano in un’ottica di “citizen science”, racconta ancora Li Causi, perché il lavoro degli alunni pubblicato sul blog vuole diventare un contributo per progetti di ricerca europei”.
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