I social network si stanno mobilitando per mostrare solidarietà alla ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, che ha subìto molestie sessuali scuola, in un istituto romano, da parte di un collaboratore scolastico 66enne, il quale l’avrebbe palpeggiata. La sezione penale del tribunale della Capitale ha deciso di assolvere il bidello perché “il palpeggiamento sarebbe durato solo pochi secondi”.
Ma quanto durano davvero 10 secondi? Si può davvero liquidare la situazione così? Che ne è della posizione di potere del bidello nei confronti dell’alunna, cosa che ha sottolineato la scrittrice Michela Murgia qualche giorno fa? Queste sono le domande che da giorni affollano le storie Instagram, i video su TikTok e i commenti nei post di Facebook.
Addirittura è nato un trend, appunto #10secondi, che sta diventando virale. L’attore Paolo Camilli ha lanciato il format dopo aver pubblicato un video su Instagram in cui si tocca il petto per 10 secondi, cronometrati, facendo notare quanto in realtà sia effettivamente un tempo lungo. Da qui il trend che consiste nel riprendersi mentre si fa qualcosa per 10 secondi.
@mehths Quanti sono 10 secondi? Chi decide che sono pochi? Chi li cronometra, mentre subisci una molestia? Il corpo delle donne non è di proprietà degli uomini. Non è di proprietà di nessuno, solo delle donne stesse. Non è del padre che lo vuole consegnare al marito, non è del fidanzato che lo vuole nascondere, non è del compagno che lo vuole governare, non è del figlio che lo vuole proteggere, non è del fratello che ne vuole difendere l’onore. Non avete diritto di toccarli, neanche per un secondo. Figuriamoci per 5, o per 10. Eppure siamo cresciuti (uso il maschile sovraesteso per un motivo) in un sistema che insegna agli uomini che il mondo è di loro proprietà, così come il corpo delle donne. Continuamente sessualizzato, questo corpo ha finito per diventare un mero oggetto sessuale: un oggetto da guardare e commentare, cui dare un voto e con cui giocare; un oggetto da toccare liberamente, a proprio piacere, in base a quanto serve. E tutto questo è normalizzato, tanto che un uomo sessantenne può palpare una ragazzina minorenne a scuola e uscirne impunito. Perché l’uomo è predatore, che può farci? L’uomo è così per natura, per l’uomo è istintivo, l’uomo non può resistere, se l’uomo è provocato…, l’uomo è goliardico, l’uomo scherzava, l’uomo ti fischia dietro ma è un gioco, l’uomo fa una classifica dei c*li più belli dell’ufficio ma è per divertimento, l’uomo ti avvinghia in discoteca non essere così rigida, l’uomo ti infila la mano nei pantaloni per 5-10 secondi ma sono pochissimi, lascia correre dai, non è una vera molestia. #10secondi ♬ suono originale – mehths
Anche l’imprenditrice digitale e influencer Chiara Ferragni ha espresso solidarietà alla ragazza, tra le sue storie Instagram. Insieme a lei altri personaggi del web, come Giorgia Soleri, Francesco Cicconetti, l’attrice Ludovica Coscione, star di Mare Fuori, l’avvocata Cathy La Torre.
Oggi, 12 luglio, la ragazza ha parlato a Il Corriere della Sera per dare la sua versione dei fatti: “Per i giudici c’è stato un intento scherzoso? Il bidello mi ha preso alle spalle senza dire nulla. Poi mi ha infilato le mani dentro i pantaloni e sotto gli slip, mi ha palpeggiato il sedere e poi mi ha tirato su tanto da farmi male alle parti intime. Questo, almeno per me, non è uno scherzo”, queste le sue parole.
“Si scherza in due e qui il bidello ha fatto tutto da solo. Non è questo il modo in cui un anziano scherza con una ragazzina di diciassette anni. Almeno secondo me”, ha aggiunto con amarezza. Ecco come si è sentita dopo la sentenza: “Ho provato tanta rabbia. Questa non è giustizia. Inizio a pensare di aver sbagliato a fidarmi delle istituzioni perché mi sono sentita tradita due volte: prima a scuola, dove è successo quello che è successo; poi dal tribunale”.
Secondo lei si tratta di una decisione assurda: “Quella manciata di secondi è bastata al bidello per farmi sentire le sue mani addosso, come hanno riconosciuto i giudici. Allora mi chiedo: se fosse durato di più, cosa avrebbero detto? Che ero consenziente? I miei amici e le mie amiche, insieme a qualche professore, mi hanno espresso solidarietà, e so che pure un’associazione di studenti ha fatto lo stesso. Mi tira su sapere che molti pensino che sia una vergogna che lo Stato non riconosca certe azioni come atto di violenza”.
Inoltre, si potrebbero avere degli effetti devastanti nelle ragazze che si troveranno in una situazione simile: “Dopo questa decisione, se una ragazza viene palpeggiata, finirà per pensare che non vale la pena denunciare una violenza. Nel mio caso la denuncia l’ha presentata la scuola, che mi ha sostenuta. Le denunce vanno fatte per avere giustizia. Il silenzio, in generale, protegge gli aggressori. Spero che la Procura faccia appello, perché se non lo facesse, lo vivrei come un altro tradimento. Il ricordo non svanisce ora mi sento giudicata come una poveretta che ha subito due torti”, ha concluso.
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