“A scuola si va con un abbigliamento appropriato quindi, preferibilmente, senza magliette che lascino la pancia completamente nuda”.
Non le ha certo mandate a dire ai propri studenti la preside del liceo pedagogico, di lingua tedesca, di Brunico, in Alto Adige.
Isolde Maria Kunig, come riferisce stamattina il ‘Corriere dell’Alto Adige‘, inserto locale del Corriere nazionale, è stata, cioè, perentoria. Anche se il clima di questi giorni non è che, poi, possa incoraggiare qualche ragazza alla scelta temeraria.
Sui social, come è facile immaginare, si è scatenata la polemica: cosa può voler dire quell’”appropriato”? Esiste, cioè, un “appropriatometro”, cioè una linea di demarcazione, un limite evidente?
Ma la preside è stata pronta a ribattere, richiamando lamentele ed il dovere di preservare la salute degli stessi adolescenti. Inoltre, ha chiarito, “è rischioso, per esempio, accettare che si possa imporre una sorta di ideale di pancia piatta che potrebbe portare a diete pericolose con l’obiettivo di raggiungerlo”.
La reazione degli studenti non è stata però da meno. Hanno deciso di vestirsi tutti, o quasi, con abiti che lasciano la pancia scoperta. Ragazze e ragazzi. La reazione, così, ha fatto intendere alla preside che forse ha sbagliato la forma della comunicazione: “la lettera ha preso un significato differente da quelle che erano le intenzioni”. Quasi fosse una questione di genere.
In poche parole, avrebbe dovuto parlarne prima con gli stessi studenti, ragionare con loro. Cosa che poi ha fatto scusandosi per l’incomprensione e cercando di fare dell’accaduto uno spunto di lavoro formativo.
Questa mattina, così, la preside si ritrova con i rappresentanti degli studenti per condividere “un dress code della scuola”.
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