Da diverse settimane il Cile si trova tra i primi dieci paesi al mondo per il numero di contagi da COVID19, in un contesto socioeconomico vario e complesso.
Nella capitale, Santiago, la scuola italiana paritaria “Vittorio Montiglio”, nido, infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado, sta vivendo in prima persona l’emergenza e il lockdown, dal mese di marzo.
L’istituto, che conta oltre 1200 studenti, un centinaio di docenti, situato nell’area verde e residenziale di Las Condes, alla periferia della capitale, fu fondato nel 1891 e nel corso del tempo ha conservato il ruolo di punto di riferimento, non solo nella città, ma in tutto il Cile, per quel che riguarda la cultura e la storia italiane.
La professoressa Alessandra Finato, originaria di Bolzano, laureata all’Università Cattolica di Milano, da molti anni residente in Cile, docente di lingua italiana e per anni membro della direzione della scuola, ci racconta che da pochi giorni nella città alcune zone sono in fase di transizione, mentre per tutti alle 22 scatta il coprifuoco.
Per quanto riguarda la didattica a distanza, Finato dice: “vivere l’educazione a distanza in Cile ha mille sfumature diverse. Noi abbiamo la nostra piattaforma e persino i bambini del nido hanno ricevono capsule registrate. Io faccio lezioni via Meet ai ragazzi delle superiori, ma ci sono molte altre realtà diverse . In alcune scuole si registrano solo capsule e nemmeno di tutte le materie. In altre i docenti fanno fotocopie e una volta alla settimana vanno a lasciarle ad ogni alunno. Ci sono quelli che ricevono e mandano i compiti via WhatsApp. Una scuola disagiata ha creato una radio per fare lezioni. In molte scuole si fanno turni etici per garantire il pranzo ai propri alunni… La creatività non manca in questo paese abituato alle calamità!“
Santiago, con i suoi circa 7 milioni di abitanti, è una città dai molti aspetti, anche contraddittori, per esempio aree molto ricche di verde e di ville, altre in maggiore degrado, ma nel complesso registra alti livelli di occupazione e soprattutto il Cile è uno dei primi cinque Stati al mondo che investe nell’istruzione, secondo le rilevazioni OCSE.
In questo quadro la scuola “Montiglio” riveste un ruolo significativo nella cultura della capitale, pertanto la voce di Finato è interessante per cogliere alcuni aspetti del modo in cui oltre oceano si stia vivendo e affrontando la pandemia: “abbiamo molte emergenze, seppure seguiamo da vicino l’andamento della scuola italiana, ma non siamo certo preoccupati per come saranno o non saranno i banchi di scuola. Sono la prima, afferma ancora la docente italo cilena, a proporre, come si è fatto per medici e infermieri, un grande applauso a tutti gli insegnanti nel mondo”.
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