Pane o brioche?

Scrivo a proposito dell’articolo di Reginaldo Palermo del 30 ottobre riguardo la raccolta firme dei sindacati sullo #sbloccacontratti

Pare che la regina Maria Antonietta, infastidita per i tumulti del popolo parigino, abbia esclamato: “Se non hanno più pane, che mangino brioche”. Non ha importanza se l’episodio sia vero o meno. Certamente, rinsalda il convincimento secondo il quale la giovane nobildonna austriaca nutrisse un assoluto disprezzo nei confronti sia dei sudditi, che della realtà vera e quotidiana. Un Ministro della Repubblica magnifica come “modernità”, il decisionismo unilaterale di una classe politica di “nominati” (cioè selezionata dalle segreterie di partito e non eletta dalla “ggente”), e al contempo snobba i “modi vecchi”, cioè le manifestazioni, i cortei, e le legittime relazioni richieste dai principali “portatori di interesse” del personale della scuola, cioè tutte le OO.SS., per “aprire i tavoli” con il Governo. Si spalanca un dubbio: che si preferiscano le mistificazioni alle argomentazioni.

Non solo. Serpeggia anche un brivido di insofferenza nei confronti delle 300.000 persone che si sono rivolte a un servitore dello Stato, per rappresentare allo stesso, una legittima richiesta di sblocco del contratto, caparbiamente incarcerato dal 2008/09, e chissà fino a quando… E’ possibile che dall’alto del consenso elettorale del suo partito, da prefisso telefonico, (ma di Milano, non di Roma), il suddetto Ministro non riesca a scorgere la realtà vera di milioni di persone, in piazza o nelle scuole, semplicemente incazzate. Una distanza oceanica ormai separa codesti cittadini, che giurano sulla Costituzione, dagli altri. O, bisognerebbe dire, “sudditi”? Perché si innesta un altro dubbio.

E se fossero i rappresentanti di una aristocrazia dissotterrata, e in versione terzo millennio? O se, invece, fossero tangibili alieni precipitati sulla Terra da altri e incomprensibili mondi? Nel 2012 questi “stranieri”, quando hanno confezionato la legge Fornero in 20 giorni, hanno avuto il “merito” di produrre, oltre i quota 96, 120.000 “esodati”, (in guerra si direbbe “caduti sotto il fuoco amico”; in inglese, che fa più figo: “came under friendly fire”) e di concepire misure, in tema di pensioni, più rigide delle già inflessibili leggi tedesche. Ma da 1600 giorni (oltre 4 anni) fanno giacere in Parlamento, impolverate e ossificate, misure anticorruzione che detengono, e hanno avuto, il “merito” di scavare una voragine profonda 120 Mld di euro l’anno.

La voragine svuota il “welfare” che uno Stato a democrazia compiuta dovrebbe garantire. Anche perché non è una SpA. Ma se si orchestrasse una degenerazione della democrazia… Così, liberi saccheggiatori, (in tedesco Freit-beuter, cioè farabutti), gli evasori, dormono sonni assai moderni, tranquilli e spending review esenti, naturalmente. Inoltre, quando sono svegli, non devono inserire un gettone nei loro preziosissimi i phone.

Contrariamente a quegli “sfigati” di operai delle acciaierie Terni, manganellati dalla polizia. Insopportabilmente demodè e convinti sostenitori che la difesa del lavoro sia un tocchetto più importante di un tablet… Pane o brioche?

I lettori ci scrivono

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