A Mimmo Pantaleo, segretario nazionale Flc-Cgil, abbiamo fatto qualche domanda sulla proposta del Governatore della Puglia di sostenere economicamente i precari che vanno al nord, e non solo.
Le posizioni espresse nel passato da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, di contrarietà ai contenuti della legge sulla scuola sono noti. Apprezziamo l’idea di sostenere economicamente il disagio dei tanti insegnanti costretti a migrazioni forzose. Ma appare ancora un auspicio più che un impegno concreto, aspettiamo che si traduca in proposte operative.
Il Consiglio regionale pugliese ha già approvato un documento per presentare ricorso alla Corte Costituzionale
Va bene, certo. D’altronde dopo l’ approvazione della 107 abbiamo chiesto a tutte le Regioni di impugnare la legge che mette in discussione aspetti fondamentali del dettato costituzionale e dei poteri delle Regioni.
Torniamo alla questione dell’esodo sud/nord
Sul piano delle immissioni in ruolo costringere tanti precari, sopratutto donne, a trasferirsi al nord con salari di 1300 euro significa mettere in discussione le vite, le speranze e la dignità di tantissime persone. Sono state ignorate le richieste delle organizzazioni sindacali che chiedevano un piano pluriennale di stabilizzazioni e l’accorpamento delle varie fasi con la conseguenza di avere provocato una situazione di incertezza e confusione.
Avete una proposta alternativa?
Nel sud occorre migliorare la qualità e quantità dell’offerta formativa contrastando l’evasione dell’obbligo scolastico. Non e’ accettabile una nuova emigrazione intellettuale disperdendo un patrimonio di conoscenze e competenze indispensabili per lo sviluppo del mezzogiorno.
La prosecuzione del progetto pugliese sui diritti a scuola è sicuramente un modello da seguire ma deve essere accompagnato da un impegno del Governo sul sud per estendere il tempo pieno, generalizzare la scuola dell’infanzia e contribuire a rafforzare il sistema di istruzione nelle aree a maggiore disagio sociale.
Cosa chiedete, in particolare, in fatto di graduatorie ad esaurimento?
Le graduatorie a esaurimento non possono essere chiuse fino a quando non si stabilizzano tutti i precari iscritti, conservando il doppio canale per le immissioni in ruolo e garantendo una soluzione per le seconde e terze fasce nel rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea. La soluzione parziale trovata con il Miur per il personale Ata è insufficiente perché bisogna procedere, anche per queste lavoratrici e lavoratori, alle stabilizzazioni. Su questi temi ci aspettiamo da Michele Emiliano e da tutti i presidenti delle Regioni meridionali impegni concreti e iniziative per costringere il Governo a cambiare verso nelle politiche sulla scuola.