Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Avrà pensato così il segretario nazionale Flc Cgil Pantaleo, dopo l’incontro del 23 settembre tra il ministro Giannini e i sindacati.
Infatti il responsabile del Miur ha dimostrato, come al solito, poca capacità di ascolto rispetto a chi le chiedeva un vero e immediato confronto sull’apertura del negoziato per il rinnovo del contratto.
Eppure, dopo la sentenza della Consulta sulla illegittimità del reiterato blocco dei contratti, e dopo la sentenza, su ricorso della Flc Cgil, del Tribunale di Roma in cui il giudice ordina alla Presidenza del Consiglio e all’Aran di aprire subito le trattative del rinnovo contrattuale della scuola, sarebbe interesse del Miur aprire al confronto e ascoltare i sindacati. Invece l’atteggiamento del ministro Giannini, durante l’incontro con i sindacati, fa capire che il Governo non vuole aprire un vero confronto di merito con le parti sociali per rinnovare il contratto e cambiare la legge 107/2015.
Il segretario nazionale della Flc Cgil, teme una deriva autoritaria del governo che vorrebbe regolare, tramite legge, anche aspetti prettamente contrattuali.
Teme inoltre l’idea ispiratrice di questo governo, che tende ad aumentare i carichi di lavoro e diminuire i salari. Per tale motivo Pantaleo chiede chiarezza sull’orario di servizio dei docenti, che non si limita soltanto alle 18, 24 o 25 ore settimanali di lezione, ma prevede una serie di incombenze professionali, individuali e collegiali, che aumentano di molto il carico di lavoro settimanale di un insegnante.
Quindi Mimmo Pantaleo chiede al ministro Giannini che nel prossimo contratto, si scriva nero su bianco, il vero orario di servizio dei docenti, facendo emergere il numero di ore per la preparazione delle lezioni, delle verifiche e delle loro correzioni.
In buona sostanza la Flc Cgil, temendo un’azione del governo sull’orario settimanale di servizio dei docenti, chiede che venga riconosciuto nel contratto tutto il lavoro sommerso che tutti gli insegnanti, e in particolare chi è chiamato all’obbligo delle verifiche scritte, svolgono settimanalmente.
La freddezza del Miur e del Ministro Giannini, a raccogliere l’invito di aprire il confronto sull’apertura del rinnovo contrattuale, preoccupa, e non poco, tutti i sindacati.
Bisogna ricordare che a partire dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla illegittimità del blocco dei contratti, ad ogni docente tocca l’adeguamento dello stipendio. Il Miur ha un debito aperto nei confronti del personale scolastico già dal luglio 2015 e quindi sono già passati tre mesi di retroattività.
Quindi, economicamente, il nuovo contratto dovrebbe valere dal luglio 2015 a tutto il 2018.
Adesso è importante vedere quale saranno le mosse dei ministri Giannini e Padoan, perché senza soldi non si può rinnovare nessun contratto.
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